L’Europa prova a ritrovare l’unità sul tema, decisivo, che finora l’aveva divisa. “E’ tempo di un tetto Ue al prezzo del gas”, annuncia Ursula von der Leyen, presidente della Commissione. A dar man forte alla richiesta che da tempo l’Italia di Mario Draghi sollevava all’inizio in solitudine, poi con l’appoggio dei Paesi del Mediterraneo e infine con il sostegno della Germania, arriva anche la decisione dei ministri delle Finanze del G7 di fissare pure un tetto al prezzo del petrolio proveniente da Mosca. Con effetto a partire da dicembre.
Eppur si muove, la lenta Unione dei 27. Con ritardo e lungo un percorso ancora da stabilire al vertice straordinario dei ministri dell’Energia convocato il 9 settembre. Ma la possibile svolta all’orizzonte, che fa infuriare la Russia (“bloccheremo tutte le forniture”, minaccia l’ex premier Medvedev), va nella direzione giusta: non consentire più a Putin, l’aggressore dell’Ucraina, di manovrare a suo piacimento il mercato energetico nel nostro continente con gravi conseguenze economiche pagate da imprese e famiglie. E’ un modo non solo per colpire i flussi di finanziamento con cui Mosca alimenta la sua guerra, ma anche per intervenire da europei contro il caro bollette che affligge gli italiani. Nell’attesa, naturalmente, che a Roma il governo attuale e il prossimo approvino tutte le misure necessarie per sostenere l’industria e il lavoro piegati dagli aumenti senza precedenti e tutelare i cittadini alle prese con inflazione e pagamenti cresciuti a dismisura.
Ma grazie a una deroga temporanea concessa da Bruxelles, da più di due mesi Madrid e Lisbona hanno già introdotto un limite massimo al prezzo del gas e i primi risultati dell’esperimento sono incoraggianti. Ridurre prezzi e costi è l’obiettivo perseguito e in parte raggiunto, specie in confronto a quanto sta invece accadendo negli altri Paesi europei. Con la nota e controversa posizione e opposizione degli Stati del Nord -in genere autonomi dal punto di vista energetico- e in particolare dell’Olanda, nella cui capitale si trova la Borsa energetica. E che, al contrario degli altri, ci guadagna dalla mancanza di regolamentazione. Ecco perché è così complicato arrivare all’intesa che ora, alla luce del danno economico già inflitto a tutti gli europei, appare più vicina.
Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi