2006
Il mondo è pieno di conflitti, ma alla frontiera della lingua non si vedono mai nemici: parlarsi è il ponte che unisce. E poi la parola è anche un investimento nella conoscenza, l’unico che non perda valore nel tempo, anzi, l’acquisti.
Con queste convinzioni, sono partito per un lungo viaggio fra le lingue francese, inglese, portoghese, spagnola e tedesca. Ho condiviso i loro sogni per raccontarli. Ho raccolto le loro ambizioni per confrontarle. Ho cercato di capire quale sia, oggi, la loro nuova identità senza confini. Lingua come specchio di cultura, non solo come arte per dialogare, lingua come civiltà del comunicare.
Alla fine ho fatto la stessa cosa con la lingua italiana, camminando sul futuro della sua antica memoria.
“Sulla punta della lingua” è il risultato della ricerca ed è lo spunto per una proposta: la proposta qui delineata per rendere sempre più universale la lingua nazionale. Perché l’italiano è un patrimonio dell’umanità e non più un tesoro dell’Italia, solamente. L’italiano è un diritto del mondo e l’Italia ha il dovere di assicurarlo alle generazioni che verranno. Anche questa è una convinzione che mi ha mosso nell’avventura linguistica oltre ogni muro e già nel domani.
Sulla punta della lingua, Società Dante Alighieri, Roma, 2006 – Per richiederlo contatta la Società Dante Alighieri qui (oppure scrivimi)