Si chiude un anno che non dimenticheremo mai, si spengono le luci del Bataclan, quel luogo-simbolo del ritrovo spensierato e spettacolare che il 13 novembre s’è trasformato in un racconto reale del terrore e dell’orrore a Parigi. Scorrono le ultime ore di un 2015 vissuto senza più innocenza: il sentimento forte delle persone libere in un mondo senza frontiere. L’innocenza è stata perduta a colpi di violenza e di proclami, soprattutto da quando l’Isis, l’autoproclamatosi Stato islamico, ha intensificato la sua campagna di morte e di rancore nei Paesi che più amano la vita e sono attenti verso gli altri. Lo testimonia l’altro grande evento a cavallo della fine dell’anno, il Giubileo della misericordia voluto da Papa Francesco per aprire i cuori e le menti non solo dei credenti, e che ha pagato l’amaro spirito del tempo: meno visitatori del previsto per le strade di Roma, che poi sono quelle dell’universo, e tanti allarmi preventivi. La sicurezza che vigila per evitare il peggio. Come se la stessa idea della misericordia, forse l’atto più pacifico che un essere umano possa provare, debba essere protetta giorno e notte contro la barbarie vestita di nero che ha già colpito ovunque, e non solo in Francia.
Perdere l’innocenza dei viaggi di festa senza altra mèta che non quella del conoscere, del condividere, del divertirsi, perdere l’innocenza che oggi ti porta a sospettare di tutto, perdere l’innocenza dei grandi sogni che non muoiono all’alba significa che il terrorismo ha già cambiato le abitudini del nostro mondo. Ma può anche significare la nascita di una responsabilità più consapevole nella difesa di principi che sembravano acquisiti per sempre. E che invece bisogna coltivare di nuovo e ogni volta, perché nessuno può uccidere nessuno, se la società reagisce con la coscienza dei suoi valori. Anche il Bataclan tornerà a essere il Bataclan. Anche il Giubileo tornerà a mobilitare pellegrini e visitatori.
L’anno che ci lasciamo alle spalle non è perciò soltanto l’anno che ci ha reso tutti un po’ più tristi e molto preoccupati. E’ anche l’anno che ci ha dato la sveglia. Che ci ha affratellato alle vittime, perché ormai siamo tutti francesi al di là della Marsigliese, che è ridiventata canto universale. Dalla tragedia di Parigi e dei popoli che stanno rischiando la propria innocenza di fronte al terrorismo è venuta una scossa che vale più dei mille allarmi: crediamo in valori che sono invincibili, anche quando sono macchiati di sangue innocente.
Pubblicato su Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi