Sul Monte Bianco, chiamato anche il Re delle Alpi perché è la montagna italo-francese più alta d’Europa, incombe il pericolo che possa crollare una parte del suo ghiacciaio: il Re rischia di restare senza corona. La massa che minaccia di precipitare può colpire strade e case della Val d’Aosta già sgomberate per precauzione.
Ma questa è solo l’ultima, drammatica testimonianza di un costante peggioramento ambientale che sta provocando -meglio tardi che mai- la ribellione del mondo per mano non della politica, come ci si sarebbe atteso, bensì di ragazze e ragazzi più consapevoli dell’allarme rosso, anzi, verde rispetto all’insensibilità generazionale dei loro padri.
Sono giovani e studenti che, sulle orme della svedese Greta, la celeberrima sedicenne antesignana, venerdì manifesteranno in piazza anche in Italia con tanto di formale permesso ministeriale (della serie: la rivoluzione con licenza governativa).
Intanto, arriva l’esito del vertice sul clima delle Nazioni Unite. Per le “zero emissioni” entro il 2050 si sono impegnati 66 Paesi, Italia compresa, cioè solo un terzo di quelle che fanno parte dell’Onu (193). Del resto, gli importanti presidenti di due nazioni “continentali” -gli Stati Uniti e il Brasile- rivendicano una loro e autonoma via. “L’Amazzonia non è patrimonio dell’umanità”, ha detto Jair Bolsonaro.
Eppure, andare in ordine sparso su una così vitale questione che nulla dovrebbe avere di ideologico e tutto di vita vissuta e, soprattutto, da vivere, è proprio ciò che i ragazzi disapprovano. Anche quando, come nel caso di Greta, la politica ne strumentalizza il messaggio. Che non è –non può essere- di ritorno al paleolitico, ma di saper coniugare il necessario progresso, industriale e non, col dovere di preservare l’unica Terra a disposizione nel modo più pulito e naturale possibile. La neve d’inverno e il sole d’estate: in fondo i cittadini chiedono l’elementare rispetto di quell’ambiente che dalla notte dei tempi ha accompagnato ogni nostra evoluzione. E che, per cupidigia, ignoranza o indifferenza, in troppi stanno da troppo tempo rovinando.
“La tutela dell’ambiente in Costituzione”, ora propone il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Come rendere efficace la svolta mentale e sentimentale che i giovani ovunque reclamano, mentre in Italia aumentano le tariffe di luce e gas. Economia ed ecologia di pari passo. Investire nel mondo non è di destra o di sinistra: è obbligatorio.
Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi