Se basta così poco, per sollevare una reazione così grande, c’è da chiedersi a che titolo il presidente francese, Emmanuel Macron, abbia firmato il Trattato del Quirinale, appena un anno fa, per dar vita a un rapporto speciale fra il suo Paese e il nostro.
Invece, è stata sufficiente la diversa opinione del governo italiano rispetto a quello d’Oltralpe su dove dovrebbero sbarcare 234 migranti a bordo di una nave che batte bandiera norvegese, per scatenare una crisi diplomatica, accompagnata da annunci di ritorsioni, di cui nessun europeo con la testa sulle spalle avvertiva -specie in questo momento di ben più gravi insidie provenienti da altrove-, il bisogno.
“L’Europa sospenda gli accordi con l’Italia”, chiede il ministro dell’Interno francese, Darmanin. Si riferisce all’intesa disattesa fra alcune nazioni dell’Ue su un meccanismo di ricollocamento mai realmente eseguito.
Parigi chiama alla rivolta anti-italiana sol perché il governo di Roma ha tenuto il punto sulla circostanza che per la Ocean Viking, utilizzata per soccorsi in mare dall’Ong Sos Mediterranée, dovessero farsi avanti altri Paesi e non, stavolta, il nostro. Che è il più esposto per geografia e accogliente per storia di tutte le altre nazioni d’Europa messe insieme: più di 90 mila persone ricevute solo quest’anno a fronte della ben magra “solidarietà” francese. Inclusi i 234 migranti in arrivo al porto di Tolone.
Perché è questa la sostanza dello scontro (non la forma: l’appena nato esecutivo-Meloni poteva gestire con più tatto la controversia): se la Francia, che alla frontiera di Ventimiglia respinge in media 80 migranti al giorno, anche con la forza, possa dare lezioni solidali a chicchessia.
“Una reazione sproporzionata”, dice il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Ma quella di Macron è una suscettibilità sospetta, perché in realtà finisce per coprire la conclamata indifferenza dell’intera Ue per la richiesta dell’Italia di coordinare sul serio la politica dell’immigrazione.
Con un’operazione più cinica che non umanitaria, la Turchia ha ricevuto una barca di soldi europei per fermare la marcia dei migranti verso la Germania, mentre l’Italia deve farsi carico da sola del dolore del mondo.
Si spera che lo scontro franco-italiano possa almeno svegliare l’Europa dei 27 per adottare una politica unitaria, efficace e compassionevole.
Non come si fa a Ventimiglia.
Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi