Chi l’ha detto che nessuno è profeta in patria? Ennio Morricone, il gigante della musica che grandi registi già rimpiangono come il Mozart del cinema, è un esempio di quanto si può essere capaci di muovere il mondo, se il talento infinito, gli studi rigorosi e l’umiltà tipica delle persone che valgono, spingono a osare in modo così naturale per lui ed emozionante per tutti.
Felice, dunque, è l’idea di inaugurare il nuovo ponte di Genova, frutto anch’esso dell’intraprendenza italiana, con l’ultimo brano per orchestra, coro e voci bianche -“Tante pietre a ricordare”-, che il Maestro scomparso aveva composto proprio in memoria delle 43 vittime del crollo del Morandi. Un omaggio nell’omaggio che non poteva essere più indovinato, ma anche incoraggiante al tempo della dura ripresa. La sua ultima partitura come un messaggio di amore e di coraggio per tutti gli italiani. Perché Morricone non è stato soltanto una testimonianza del genio italiano (detto senza retorica: è pura verità). La sua lunga vita di continua audacia musicale, la sua straordinaria capacità di passare dal classico alle innovazioni inimmaginabili per ogni epoca, la costanza con cui s’è fatto riconoscere e apprezzare dal pubblico dell’universo, sono ingredienti di forte ispirazione per rimettere l’Italia in cammino.
La sua arte era figlia di un impegno laborioso e di una preparazione ad altissimo livello rimasta tale fino alla fine. Una gioiosa, a volte giocosa serietà che rendeva popolari arrangiamenti e melodie: l’interprete dell’avanguardia andava incontro alla grande tradizione musicale italiana. Diffondeva questo sentimento come una colonna sonora del mondo. Certo, ingegno, ma anche tanta fatica. Professionalità e mai divismo: l’Oscar alla carriera e poi per la musica da film glieli diedero solo in tardissima età e lui, uomo libero e legato alla famiglia, li dedicò, commuovendosi, alla moglie e musa Maria Travia. Persino nelle sue ultime parole (“funerali privati, non voglio disturbare nessuno”) Morricone rivela quella normalità di stile e riservatezza d’animo che hanno sempre fatto grande il nostro Paese nei momenti più difficili.
La sua musica, che ha cantato e incantato anche Mina, scandiva la vita delle persone e il racconto degli Spaghetti Western, di C’era una volta in America, Mission, Nuovo Cinema Paradiso, The Untouchables e altre decine di film epici. Ripartire da Ennio Morricone per ripartire.
Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi