Boom di prenotazioni del vaccino in tutta Italia e Salvini, il leader politico che nella coalizione di governo era il più perplesso sul dovere della doppia puntura di massa, che lascia intravedere, sornione, il suo certificato con la prima dose appena fatta a Milano.
Eccome se ha colpito il fulmine di Mario Draghi, che senza peli sulla lingua, e in barba a una tradizione di Palazzo Chigi sempre ecumenica quando comunica cose importanti ai cittadini, ha invece ammonito: l’appello a non vaccinarsi è un appello a morire.
“Parole di terrore”, commenta dall’opposizione la Meloni, mentre i no Vax manifestano in piazza contro “la dittatura” della certificazione verde. Ma l’unico terrore in ballo si chiama Coronavirus, non le parole che ne evocano il pericolo reale e fatale.
La verità non fa male, neppure se è espressa con l’evidente intento di scuotere gli italiani. Non importa se per convinzione o per convenienza: ciò che importa è persuadere i riottosi a immunizzarsi tutti e subito. Il certificato verde è la sola strada realistica per uscire dall’incubo e riprenderci la libertà. Per andare al cinema o al chiuso di un ristorante, al museo o in piscina, al tavolo interno del bar o allo stadio bisognerà dimostrare di essere vaccinati. Tranquillità per tutti.
Non è un obbligo odioso, bensì un requisito di buonsenso per una nobile finalità: tornare ad abbracciarci senza sospetti e a lavorare e studiare con la certezza di farlo tra persone responsabili.
Vaccinarsi è il miglior investimento di vita e di economia sul quale, non per caso, Draghi punta tutte le sue e le nostre carte.
Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi