Olimpiadi Milano-Cortina, si parte. Dopo l’assegnazione nel giugno scorso, ieri s’è costituita la società che dovrà organizzare i Giochi invernali nel concreto. Calendario alla mano, all’esordio dell’evento, venerdì 6 febbraio 2026, mancano poco più di sei anni. Sembrano molti, ma in realtà rappresentano il tempo giusto per predisporre l’appuntamento come si deve. E come l’Italia ha già dimostrato di saper fare a Cortina d’Ampezzo nel 1956, a Roma nel 1960 e a Torino nel 2006: tre impeccabili edizioni, delle quali due invernali.
Ma stavolta i Giochi conquistati da Milano e Cortina presentano due novità: la forma congiunta della sede ospitante e il valore di una sfida che mai come nella prossima e XXV edizione non sarà solo sportiva, ma anche spettacolare. Lo testimonia la chiusura delle Olimpiadi, domenica 22, all’Arena di Verona. Il suggello universale di un appuntamento dai risvolti atletici -i primati, com’è noto, esistono per essere battuti-, non meno che culturali, turistici, economici. Il mondo in casa e la nostra casa in mondovisione per sedici giorni di fila.
“Abbiamo investito 212 milioni di euro per portare, anzi, riportare le Olimpiadi in Veneto”, ricorda il presidente della Regione, Luca Zaia, che parla di “data storica” per la firma, a Milano, dell’atto che dà vita e il via al Comitato organizzatore. Il Veneto, peraltro, è due volte protagonista, perché già nel febbraio del 2021 e proprio a Cortina si svolgeranno anche i Campionati del mondo di sci alpino.
Ma il battesimo del Comitato per i Giochi Olimpici e Paralimpici fa illuminare con i cinque cerchi il palazzo della Regione Lombardia: a tutti è chiaro che l’evento dovrà diventare una grande opportunità di rilancio e di crescita sostenibile, di conoscenza e inclusione sportiva.
Dunque, una lezione importante per i territori coinvolti e chiamati all’altezza del compito, “perché l’evento produrrà benefici in termini infrastrutturali e di indotto economico”, sottolinea Attilio Fontana, presidente della Lombardia.
Gare e investimenti, gestione oculata e lungimirante, progetti mirati con rigore e innovativi, capaci di essere utilizzati o riconvertiti ben oltre il tempo della festa olimpica: tutto si dovrà tenere.
Senza dimenticare la passione che accompagna un’Olimpiade e il medagliere dei Giochi, che dalla storica Atene (1896) in poi colloca i campioni italiani fra il quinto e il sesto posto nella classifica mondiale.
Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi