Fine delle sfide, oggi, all’Olimpiade, ma i momenti di gloria già testimoniano di un’Italia di nuovo in cammino. Se nel 1960 i Giochi di Roma col primato delle 36 medaglie riconquistate consacravano il miracolo non solo economico dell’intero Paese, il primato del primato già raggiunto a Tokyo -39 volte sul podio: mai accaduto-, suona come un viatico per il secondo boom. Le ultime imprese sono esemplari per cogliere tutti i segnali del risveglio.
Nella patria del karate, la medaglia d’oro in questa specialità del combattimento è andata a uno sportivo di 33 anni, Luigi Busà, che ha esultato con un tenero e italianissimo “mamma, ce l’ho fatta!”.
Nella regina delle competizioni, l’atletica, il fantastico quartetto di ragazzi capitanato dall’uomo più veloce del mondo, Marcell Jacobs ormai ribattezzato Marcello come un nuovo Mastroianni della dolce vita che abbiamo rivissuto per un paio di settimane, ha sorpassato il resto del mondo nella staffetta 4 x 100. E nella 20 km di marcia, Antonella Palmisano ha bissato l’aurea vittoria di Massimo Stano, arrivando entrambi al traguardo con la laboriosa umiltà tipica di un popolo che fa un passo dopo l’altro in silenzio e senza montarsi la testa. Salvo poi cingersela d’alloro col Tricolore e il canto di Mameli.
Che Italia sconosciuta e meravigliosa abbiamo scoperto, a conferma della tranquilla grandezza di una nazione al sesto posto nella classifica universale di tutte le Olimpiadi. Ora siamo al nono, ma nel frattempo il mondo antico del barone de Coubertin, promotore dei moderni Giochi alla fine dell’Ottocento, è scomparso. Oggi la sola Cina conta su quasi un miliardo e mezzo di persone. Oggi si gareggia con l’immensità.
Ma la bellezza che gli azzurri hanno trasmesso è il messaggio di sudore e talento nelle loro gesta. E’ l’orgoglio con cui hanno rivendicato, con cadenze e accenti diversi, che significa essere italiani. E’ la rivincita della sana Italia di provincia. Spesso costretta dalla pandemia ad allenarsi nel garage di casa. Campioni della porta accanto. Sempre aiutati dalle loro famiglie. Campioni anche di valori.
L’Olimpiade illumina ben oltre lo sport: abbiamo delle potenzialità che neppure sappiamo di avere. Basta organizzarle e lasciarle esprimere in libertà per toccare, con la forza dell’insieme, le vette del mondo.
Tokyo ci dice, senza che ce ne fossimo accorti: la ripartenza dell’Italia è già cominciata. Rimonta dopo rimonta, corre più veloce del vento.
Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi