La conferma del sorpasso viene proprio dai Tir. La quantità dei mezzi pesanti che ogni giorno percorre l’autostrada Milano-Venezia è doppia rispetto a quella della direzione opposta Torino-Milano.
Lo rileva uno studio della Cgia di Mestre, e non è pura statistica: significa che Milano continua a essere il cuore economico e finanziario d’Italia, e si sapeva. Ma significa anche che il baricentro produttivo del Paese si è spostato dall’ovest all’est, da Torino e Genova, che col capoluogo lombardo rappresentava il tradizionale triangolo industriale italiano, a Bologna e Venezia. Una novità, ma anche un’indicazione molto pratica che in fondo certifica quanto da anni si teorizzava per numero delle imprese presenti e di lavoratori impegnati, per cifre di fatturato e di ricchezza prodotta: è il nord-est il satellite più vigoroso che da tempo ruota intorno al pianeta Milano. Lo spostamento delle merci su gomma fotografa l’Italia che cambia.
In realtà, il sorpasso è un dato utile per tutti, perché esprime e incoraggia quella sana voglia di concorrenza che sempre spinge chi intraprende a fare meglio e di più. Nessun campanilismo può dividere Torino e Bologna o Genova e Venezia, spinte tutte dall’unico e comune desiderio di competere sulle strade d’Europa. Perché l’avanti e indietro dei Tir fra Torino e Venezia anche questo dimostra: l’importanza delle reti infrastrutturali, e perciò pure dell’alta velocità e della Tav, di porti e aeroporti ammodernati, dell’eternamente invocato Ponte sullo Stretto e di tutto ciò che può facilitare le comunicazioni dell’Italia e dei suoi imprenditori e lavoratori con l’Unione europea e col mondo.
Il ribaltone geografico dimostra, inoltre, che serve un modello di sviluppo sostenibile sotto l’aspetto economico e ambientale. Il baricentro non può essere soltanto una somma di numeri o di primati territoriali fini a se stessi. Dev’essere un’indicazione innovativa di un modo diverso e peculiare di operosità. Forse così si spiega il passaggio a nordest, dove l’economia e la produzione spesso combinano fra loro manifattura e agricoltura, commercio e servizi, trasporti e gestione strategica. Settori differenti che diventano complementari, cioè forti, se e quando fanno fronte unico, ecco il messaggio vincente per affrontare le nuove sfide.
Se Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna si fanno valere insieme, ognuna con le sue eccellenze, non c’è competizione europea che tenga.
Ma non spetta solo al privato farsi largo con le sue attività. Tocca anche al pubblico accompagnare, agevolare, semplificare la libera iniziativa.
Con lo strumento straordinario del Pnrr e con misure di ordinaria, ma buona amministrazione spetta al governo e al Parlamento contribuire al rilancio dell’economia nazionale.
Mettere la locomotiva del nordest nelle condizioni migliori per agire, vuol dire trainare con più forza la ripresa italiana.
Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza, Bresciaoggi e Gazzetta di Mantova