Nel primo discorso dopo la rielezione, Sergio Mattarella ha parlato agli italiani in piedi e con accanto, oltre alle bandiere che ne ricordavano il ruolo di garante dell’unità nazionale, un albero di Natale come nelle case delle famiglie in festa. Un’atmosfera di fiducia e serenità che le sue parole, forse le più incisive in otto anni di interventi augurali, hanno trasmesso anche con considerazioni politiche ridotte al minimo, come testimonia l’appello ai ragazzi al volante contro i troppi morti sulla strada, “perché quando guidate avete in mano la vostra vita e quella degli altri”.
Ma è alla guida della Nazione che il presidente della Repubblica ha dedicato la riflessione principale, rivendicando con orgoglio, nel settantacinquesimo della Costituzione, che la nostra è una democrazia “compiuta e matura”, con tutti i partiti che si sono ormai alternati al governo e con “la novità di grande significato sociale e culturale” di una donna a Palazzo Chigi. E proprio la circostanza che da sinistra a destra, passando per i cinquestelle, tutti negli ultimi anni abbiano avuto la possibilità di esercitare il potere esecutivo legittimati dal voto dei cittadini (e, aggiungiamo noi, anche dalle impeccabili scelte del Quirinale, come il capolavoro di Mario Draghi a Palazzo Chigi), pone la politica di fronte alla sfida più grande: la responsabilità e la difficoltà del governare, come ha detto il presidente, citando il tempo della guerra e della pandemia, dell’emergenza energetica e alimentare, del clima e delle migrazioni.
Dunque, visione comune e rispetto delle regole. Mattarella ha sottolineato che “la Repubblica è nel senso civico di chi paga le imposte, perché questo serve a far funzionare l’Italia e al bene comune”. Stessa chiarezza sulla responsabilità della “folle guerra” in Ucraina, che “ricade interamente su chi ha aggredito e non su chi si difende o su chi lo aiuta a difendersi”. E a proposito della rivolta delle donne e dei ragazzi iraniani ha rimarcato che contro l’“oscurantismo fuori dal tempo e dalla ragione”, la speranza di pace si basa “soprattutto sulla forza della libertà e dei diritti”.
Non sono poi mancati riferimenti casalinghi alla scuola e alla sanità (“dal Covid insegnamenti da non dimenticare”, ha ammonito), al preoccupante aumento della povertà e delle diseguaglianze economiche e geografiche.
Ma in 15 minuti Mattarella ha richiamato tutti con parole di buonsenso a quanto sia importante “rappresentare e governare un grande Paese”.
Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi