Solo l’inchiesta della Procura di Tivoli potrà accertare che cosa sia successo ieri poco prima di mezzogiorno nei cieli di Guidonia, in provincia di Roma. Finora si sa che due velivoli dell’Aeronautica militare in addestramento si sono scontrati a cinquecento metri da terra, precipitando l’uno in un campo lontano dal centro abitato, l’altro fra le case degli increduli residenti. Morti i due piloti.
Tuttavia, non occorre attendere il verdetto dei magistrati per poter già cogliere l’unica certezza della tragedia: prima di schiantarsi, i piloti hanno fatto l’impossibile per evitare di colpire e coinvolgere la gente del posto.
In particolare, il maggiore Marco Meneghello, che volava assieme al tenente colonnello Giuseppe Cipriano alla guida dell’altro aereo, secondo le concordi testimonianze di chi ha assistito al dramma, “ha fatto qualcosa per evitare i palazzi, li ha schivati. Una manovra per graziarci”.
E il sindaco, Mauro Lombardo, ha elogiato l’eroismo di Meneghello, perché ha evitato l’impatto ben più devastante contro le palazzine, “in una via peraltro stretta, evitando anche le abitazioni”.
Eroi non si nasce, ma si diventa. Nel caso dei piloti della nostra Aeronautica militare, un’eccellenza italiana che quest’anno celebra il suo centenario, eroi si diventa perché ci sono valori. Come quello di salvaguardare la vita degli altri prima di qualunque altra cosa.
Non sono, dunque, solo disciplina e onore le virtù che contano, e che sono peraltro scolpite nella nostra Costituzione. E’ anche l’amore. L’amor di Patria e l’amore per gli altri a spingere tanti ragazzi e ragazze a indossare l’uniforme per volare. E per sognare di farlo sempre più in alto in nome di una passione e di una professione. Per i tuoi cari e per l’Italia.
Non è vero, allora, che sarebbero beati “i popoli che non hanno bisogno di eroi”, secondo la celebre frase del drammaturgo Bertolt Brecht.
I popoli, al contrario, gli eroi li costruiscono ogni giorno nella normalità, con principi e valori che, nell’ora che non perdona, affiorano sempre.
Eroe non è Superman, ma un tranquillo e fino a ieri sconosciuto signore veronese della porta accanto, il maggiore Marco Meneghello di 46 anni.
A fronte di un evento terribile, che imponeva scelte in pochi secondi, lui ha deciso di salvare gli altri. Beati i popoli che hanno i valori di Marco Meneghello. Semplicemente un eroe italiano.
Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi