Alzi la mano chi non ha mai sognato da adulto il suo esame di maturità da giovane. Con le stesse angosce, gli stessi quesiti, le stesse votazioni. E’ quel che dovrà accadere già domani a tutta la classe politica dopo la prova del referendum all’esame, oggi, degli italiani: far vedere quanto varrà la sua “maturità”. Dimostrare subito di saper sognare, ma ad occhi bene aperti, per far ripartire tutti insieme, governo e opposizione, ciascuno con le sue responsabilità, il Paese, a prescindere dal giudizio sovrano che i cittadini avranno nel frattempo dato sulla riforma della Costituzione. Non è solo un invito anticipato alla riconciliazione degli opposti che si sono combattuti fino all’ultima virgola del testo. E che, comunque sarà finita la contesa, hanno il dovere istituzionale e morale di rimettersi in cammino: nessuna guerra è “per sempre”. Nessuna sfida tra italiani in campo per dire la loro può andare oltre il novantesimo. C’è il tempo per decidere, la giornata di oggi. E c’è il tempo della responsabilità, quando i problemi di sempre torneranno a bussare alla porta delle nostre case.
Com’è noto, il sole continuerà a sorgere già all’alba di lunedì mattina. E la sera le famiglie si racconteranno, di nuovo, le difficoltà e le gioie vissute. Diranno della nonna che ha telefonato e dei figli fuori con gli amici. Del bel film da vedere in tv, dei regali di Natale e di che fare a Capodanno, dell’autobus -maledetto- sempre pieno e in ritardo. Sogneranno, anche loro, come migliorare il proprio lavoro o finalmente trovarlo. Si chiederanno, chissà se quest’anno riusciremo a fare le vacanze al mare.
Ecco, che la politica torni a sintonizzarsi in fretta con l’Italia vera, che non è fatta di vincitori e vinti, bensì di gente che pedala, ciascuno con la sua bicicletta, ma tutti nella stessa direzione.
Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi