L’autorità che negli Stati Uniti controlla i medicinali aveva finora concesso solo un’autorizzazione di emergenza all’uso di Pfizer. In pieno e drammatico corso della pandemia, era inevitabile: prima si pensi a vivere, poi a filosofare, insegnavano i saggi latini. La pronta ed efficace risposta al Covid che non perdona, era una parte decisiva della soluzione. Fare subito per fare bene. Ma ora l’ente regolatore Fda ha dato il via libera completo e definitivo al vaccino, confermando che la scelta della scienza andava nella direzione giusta. E togliendo ogni alibi alla campagna anti-vax, che proprio sull’autorizzazione troppo di corsa per poterla considerare affidabile, aveva dato forza alla sua debolezza argomentativa, accendendo dubbi e paure fra gli incerti.
Cade, così, l’ultimo pretesto contro un’immunizzazione che in Italia e nel mondo sta salvando la gente dall’intubazione in ospedale e dalla morte. S’apre anche l’opportunità, dibattuta nel governo, di rendere obbligatorio il vaccino almeno per chi ha attività e ruoli pubblici.
Ma, più che un dovere, il vaccino dovrebbe essere un diritto reclamabile dal cittadino per vivere tranquillo. Un fortunato privilegio nei Paesi che possono permetterselo. E poi il 1° settembre s’estende l’obbligo del certificato verde, che convalida la liberazione dall’incubo.
Il generale Figliuolo prevede che tra poco più di un mese l’80 per cento degli italiani sarà stato immunizzato. Non il vaccino, ma il virus è l’unico pericolo all’orizzonte.
Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi