Dopo inchieste giudiziarie tempestive -perché hanno sventato in anticipo il rischio di scandali-, dopo polemiche infinite su tutto ma soprattutto sui lavori in corso che finiranno ai supplementari -cioè all’ultimo secondo della mezzanotte-, il grande giorno è arrivato: da oggi l’Expo di Milano apre al mondo. La finestra dell’Italia sull’universo resterà spalancata per sei formidabili mesi. Sì, formidabili quei mesi, visti l’impegno e la creatività dei privati e delle istituzioni, i dieci milioni di biglietti già venduti, i centotrenta Paesi partecipanti e il tema proposto, che più italiano e internazionale non si può: “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. Il cibo come fonte della vera ricchezza per tutti, che è il diritto a una vita dignitosa per ciascuno. Il pianeta quale luogo di incontro che impone ai governi il dovere di politiche consapevoli per combattere la fame dei tanti e salvare l’ambiente dagli interessi distruttivi dei pochi. Un filo rosso, anzi, rosso, bianco e verde come i colori della nostra bandiera, che per sei mesi terrà insieme le riflessioni, le visite, le novità, i sogni che da Milano -ecco l’obiettivo dell’Esposizione- dovranno riflettersi sul mondo. Un arcobaleno di speranza per i popoli e per chi li rappresenta: che tutti possano riscoprire i valori che contano e la bellezza del vivere insieme. Quasi la nuova utopia del nostro tempo fragile e violento, di un’epoca maturata nella pace in Europa che non rinuncia alla guerra in tante parti del globo, di generazioni che hanno fatto proprio il principio della libertà e di migrazioni ancora in balia della miseria, della schiavitù via mare, della discriminazione in patria. L’esposizione universale, dunque, non dovrà essere soltanto un buon investimento economico per l’Italia. Sarà forse il tentativo di un ripensamento globale (si veda la “carta di Milano”). Sarà comunque la proposta di un cammino fra padiglioni, nuove opere, idee.
Eppure, gli eterni contestatori del “No” a tutto hanno imbrattato vetrine e lanciato uova contro una bandiera tricolore su un balcone. E i soliti incappucciati e vestiti di nero si sono fatti notare dentro un corteo di poche centinaia di studenti contro l’Expo. S’annunciano proteste. Ma il mondo è altrove. Il mondo è nel messaggio di papa Francesco per l’apertura. Nel canto con cui Andrea Bocelli dà il “la” all’evento. Nella “firma” delle Frecce Tricolori sul cielo sopra Milano. Comincia la grande e festosa scommessa, come succede quando l’Italia e gli italiani sanno osare, dando il meglio di sé.
Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi