Ci sono voluti ottanta giorni, lo stesso tempo con cui, in altra epoca, lo scrittore Jules Verne immaginava di fare il giro del mondo. Ma il viaggio di Luigi Di Maio e Matteo Salvini in Italia sembra finalmente prendere il largo, col giurista e docente, Giuseppe Conte, in prima fila per diventare il presidente del Consiglio di un governo politico. Il governo dei due partiti-vincitori il 4 marzo, Cinque Stelle e Lega.
Più che le parole o il tanto evocato “contratto” dalle molte pagine, ma dai pochi numeri (i numeri per certificare in che modo saranno realizzate le promesse economiche), sono i sorrisi dei due protagonisti all’uscita dalle consultazioni al Quirinale a confermare che la nave andrà. Salvo sempre possibili, ma difficili soprese dell’ultima ora, toccherà al presidente Mattarella battezzare formalmente prima il capo dell’esecutivo -per adesso solo “indicato” da Di Maio/Salvini-, poi la squadra ministeriale di capitan Conte e infine il programma presentato: lo sguardo istituzionale non potrà che meglio indirizzare, all’occorrenza, i punti che risulteranno più il frutto demagogico della campagna elettorale che non il sogno, legittimo, di provare a cambiare l’Italia nel senso auspicato dai cittadini-elettori. Sta dunque nascendo la terza Repubblica? Per ora è solo un annuncio. Ma tutto lascia supporre che Mattarella e il Parlamento accetteranno la sfida, mettendo alla prova della politica, e soprattutto dei conti pubblici, Di Maio e Salvini, gli alleati impegnati a fare di necessità virtù.
Altrove, nel mondo europeo e in quello finanziario, l’esperimento italiano suscita grande attesa e molta diffidenza. L’asse popolare -così ha decretato il popolo sovrano- è visto come asse populista: così si sono fatti conoscere e riconoscere Di Maio e Salvini. Il differenziale tra i Btp italiani e i titoli tedeschi è volato sopra i 180 punti base, mentre Fitch, agenzia di valutazione del credito, teme rischi per l’Italia.
Non mancano, inoltre, le polemiche casalinghe. Dal Pd a Forza Italia mettono tutti in risalto che tra il dire e il fare il governo penta-leghista naufragherà nel mare. Tentenna, a destra, la Meloni, pur a fronte di un esecutivo che molto al tema della sicurezza e dell’ordine si richiama.
Ma perplessità e polemiche difficilmente incaglieranno alla partenza l’unica soluzione politica, ancorché anomala, che le urne hanno consegnato. Per bocciare la novità, forse bisognerà prima provarla.
E’ l’uovo di Colombo, pardon, di Conte al secolo Giuseppe.
Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi