A parole si sono dichiarati la guerra dei cent’anni al tempo del coronavirus. Eppure, non è difficile per il governo e per l’opposizione rinunciare a ogni ostilità verbale per trovare nei fatti l’unità nazionale dove già l’hanno trovata gli italiani, cioè condividendo tre regole elementari: mantenere un metro di distanza per previdenza, usare la mascherina per precauzione, lavarsi le mani per prevenzione.
Non c’è destra né sinistra che tengano a fronte del segreto finora vincente -come ha potuto ricordare lo stesso ministro della Salute, Roberto Speranza, intervenendo al Senato- dell’epidemia in Italia.
Nel giro di pochi mesi siamo passati dal peggio al meglio, dal Paese, ieri, più colpito del mondo non appena l’epidemia s’è diffusa fuori dalla sua sorgente in Cina, alla nazione, oggi, col minor aumento di contagiati di giorno in giorno. Un esempio del “come si fa” che, non a caso, è ora riconosciuto e seguito anche all’estero.
Tale evoluzione di una tragedia che pareva invincibile, e che non è ancora vinta, è frutto del comportamento virtuoso dell’Italia nel suo insieme. Istituzioni e cittadini, medici e un servizio sanitario che, col passare del tempo e nonostante gli errori e i ritardi iniziali dovuti soprattutto all’inesperienza (il Covid 19 ha rappresentato una drammatica prima volta per tutti), hanno saputo reagire all’altezza della grave sfida. Persino i giudizi contrastanti fra virologi, i dispetti fra governo e regioni, la confusione fra ordinanze locali e i divenuti celebri Dpcm del presidente del Consiglio, Conte, gli infuocati dibattiti in Parlamento, tutto ha comunque contribuito all’esito speranzoso oggi sotto gli occhi di tutti. Tant’è che si prospettano anche un vaccino italiano e ricerche italiane su farmaci salva vite.
Tuttavia, adesso arriva la prova del nove: la riapertura delle scuole. Sarà quello il punto del “non ritorno”, cioè il momento di massima insidia per non vanificare il grande sforzo nazionale compiuto. Perciò anche gli studenti e le loro famiglie dovranno richiamarsi, per quanto possibile, alla regola delle tre emme: mani, mascherina e metro di distanza. E il governo dovrà preparare al meglio il grande rientro fra i banchi. E l’opposizione criticare per costruire, anziché demolire.
Nessun timore per la seconda ondata, se essa sarà affrontata con lo stesso spirito responsabile già dimostrato dagli italiani durante il confinamento. Tutti a scuola per l’esame di Covid-maturità.
Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi