Speravano nel buio oltre la siepe, ma non hanno fatto i conti con la polizia italiana di confine, che li ha visti, filmati e trascritto il numero di targa del loro anonimo furgone. E così, quando gli ignari gendarmi francesi colti in flagranza di vergogna e forse anche di reato (toccherà accertarlo alla Procura di Torino), credevano d’aver portato a termine di nascosto la missione, scaricando in un bosco di Claviere, in Val di Susa, due migranti africani come un pacco postale privo di destinazione, mai avrebbero immaginato che la loro operazione avrebbe aperto un altro incidente diplomatico tra Italia e Francia.
La Farnesina ha convocato l’ambasciatore transalpino per avere spiegazioni sull’ennesimo, grave e impietoso sconfinamento di venerdì scorso. Episodio che ben testimonia non solo il modo e il modello spiccio con cui le autorità di Parigi affrontano il dramma dell’immigrazione, ma anche la loro ipocrisia quando si arrogano pure il diritto di dare lezioni all’Italia sul tema. Come se nulla avessero imparato dal precedente sconfinamento a Bardonecchia quando, nel marzo scorso, una pattuglia francese penetrò nel sovrano territorio italiano per entrare, armi in pugno, in un locale di assistenza agli immigrati e raggiungere uno di loro appena respinto alla frontiera, e fargli la prova dell’urina. Come se niente avessero appreso dalle ripetute accuse per le maniere, talvolta brutali, con cui gli agenti d’Oltralpe trattano i migranti provenienti da Ventimiglia.
“Se qualcuno pensa di usarci come il campo profughi d’Europa, violando leggi, confini e accordi, si sbaglia di grosso”, attacca il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, in aperta polemica con il presidente francese, Emmanuel Macron.
Ma che la grande e irrisolta questione dell’immigrazione sconvolga tutta l’Europa, lo conferma lo schiaffo populista che il voto della Baviera ha appena dato, per interposta Csu, alla cancelliera Angela Merkel e ai suoi alleati della Spd, trafitti dal successo dei Verdi.
Nuove difficoltà incombono per la grande coalizione che governa la Germania e guida il continente, in attesa delle elezioni europee di maggio, decisive per gli equilibri di un’Unione già scossa dalla Brexit della Gran Bretagna.
E l’incapacità della Francia di mostrare che un’altra Europa è possibile, più vicina alla gente, senza ideologismi ma con idee forti e convincenti, porta legna al fuoco populista che arde nei boschi di Claviere.
Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi