Ci mancavano solo gli ispettori delle Nazioni Unite. Lo scontro sull’immigrazione che da tempo scuote la nostra politica all’insegna del contrapposto radicalismo fra l’accoglienza incontrollata e il “prima gli italiani”, adesso si arricchisce di un capitolo internazionale.
L’ex presidente del Cile, Michelle Bachelet, ha pensato bene che, fra le prime iniziative della sua nuova nomina ad Alto commissario dell’Onu per i diritti umani, manderà una squadra di consiglieri “per valutare il riferito forte incremento di atti di violenza e di razzismo contro i migranti, persone di discendenza africana e Rom”.
Non è dato sapere quale sia la fonte della “riferita” -se fosse vera- vergogna. Né qualcuno sembra aver comunicato alla signora che, ogniqualvolta nel nostro Paese si siano anche e soltanto sospettati episodi di discriminazione o violenza (e ce ne sono stati: sia chiaro), la polizia e la magistratura sono intervenute subito e con tutto il rigore della Legge. Frutto di una percezione generale dei cittadini italiani riassunta nella Costituzione già all’articolo 3. E’ quello che riconosce pari dignità a tutti, “senza distinzioni di razza”: lo precisa, perfino. Accadeva vent’anni prima che gli Stati Uniti smantellassero la segregazione dei loro stessi connazionali di pelle nera. Il “no al razzismo” è un principio di vita scolpito nella Repubblica.
Ma la motivazione della missione speciale è da leggere. Perché si prenda di mira il divieto d’ingressi del governo italiano alle “navi di soccorso Ong”. Come se i porti francesi e spagnoli, greci e maltesi fossero, invece, spalancati all’universo. Come se l’oggetto dolente fosse il transito lecito di persone libere, mentre il tema sollevato dai governi italiani è l’opposto: distribuire in tutta Europa chi scappa da guerra e fame. Sradicare il crimine degli scafisti contro innocenti fuggiaschi.
Ma l’Onu preferisce -lo fa spesso-, buttarla in politica. Facendo così felice il bersaglio vero della spedizione, cioè Matteo Salvini. Il quale già dichiara che bisognerà rivedere il contributo di oltre cento milioni all’organismo, e che l’Italia ha accolto 700 mila immigrati negli ultimi anni, “e non ha mai ricevuto collaborazione dagli altri Paesi europei”.
Gli ispettori andranno pure in Austria, dove il governo ha fatto le prove di respingimento dei rifugiati alla frontiera con esercito, cani-lupo e blindati. Metterci sullo stesso piano di quel modo di agire: anche questo rende bene l’idea della sorprendente iniziativa.
Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi