Ci sono 27 modi per dire la stessa cosa. E’ la nuova strategia che sta portando i Paesi membri dell’Ue all’unità nella diversità. Unità nel garantire sicurezza e difesa a se stessa, alla luce dell’inconcepibile, eppur in tragico corso, guerra di Putin contro l’Ucraina. Unità nel pieno e concreto sostegno alla nazione aggredita e ai suoi rifugiati.
Ma l’unità deve valere anche in campo energetico, avverte Draghi, che a tutti gli alleati di Bruxelles ha proposto, con consensi e dissensi, un tetto al prezzo del gas, così da far fronte ai prezzi alle stelle e contribuire a rendere l’Unione sempre più libera dalla sottomissione russa. C’è un viatico importante nella direzione dell’autonomia: l’accordo raggiunto poco prima fra Ue e Stati Uniti sull’acquisto del gas naturale. Un primo, ma decisivo passo di liberazione, accompagnato dall’idea di un fondo comune per l’energia e la difesa esposta da Macron e sostenuta dall’Italia.
Entro maggio -annuncia un Draghi soddisfatto dopo il vertice del Consiglio Ue- arriverà la proposta della Commissione europea sulla possibilità di spacchettare la formazione del prezzo dell’energia elettrica da quello del gas. Il nostro Paese avrà intanto altri due rigassificatori in acquisto, oltre ai tre già in funzione. Si punterà a navi galleggianti e non sul terreno, “perché ci vorrebbe più tempo”.
Fare in fretta: anche questo testimonia la svolta dell’Ue, che nell’energia trova non ancora un’intesa da tutti condivisa, ma un cammino comune e, soprattutto, la sua stessa ragion d’essere.
Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi