Per tre lunghi secoli s’era fatto sempre così. Ma con parole, gesti e soprattutto decisioni questo Papa sta dimostrando che tradizione è anche rivoluzione. E allora in materia di matrimonio la Chiesa cambia procedure per continuare a trasmettere i suoi valori. A cominciare dal valore più grande, l’amore, che per chi crede dev’essere suggellato dalle nozze davanti a Dio. D’ora in poi anche la Sacra Rota dovrà mutare rotta: processi gratuiti e più rapidi -basterà una sola sentenza esecutiva- con un ruolo più incisivo per il vescovo e adesso gran decisore. Invece per trecento anni s’era abituato a delegare agli uffici di curia la funzione giudiziaria sul tema. Tutto più semplice, veloce e alla portata non solo dei Vip, ecco l’effetto concreto della novità pur richiesta dai vescovi nei Sinodi del 2005 e del 2014, ma fatta propria, e subito, da Francesco. Una riforma che accorcia tempi e costi con l’obiettivo di consentire ai coniugi coinvolti di rifarsi una vita quanto prima e al meglio, perché l’amore è un percorso di sogni che non può avere ostacoli. Ancora una volta e con piccole, grandi scosse il Papa mette il suo mattoncino per rendere la Chiesa sempre meno centro di potere -compreso quello di far aspettare degli anni per l’annullamento di un matrimonio-, e sempre più luogo naturale di apertura agli altri. Come avvenuto con la recente e vibrante sollecitazione di Francesco rivolta a “ogni parrocchia e santuario d’Europa” ad accogliere una famiglia di rifugiati, scavalcando curie e sorprendendo parroci, e dando lui per primo l’esempio, “incominciando dalla mia diocesi di Roma”, come ha detto e fatto. Non è difficile capire che al centro della svolta matrimoniale, così come dell’incessante appello ad aiutare i migranti scolpito fin dall’inizio del suo insediamento col viaggio simbolico a Lampedusa, il Papa voglia mettere i disagiati, i non protetti, i poveri. Tutti coloro che credono nella sacralità del matrimonio, a prescindere dal ceto sociale di appartenenza. Una Sacra Rota che si adegua ai tempi per contribuire a risolvere presto e senza troppi cavilli i problemi di tanta gente.
Ma la Chiesa che tende la mano ai divorziandi, è proprio una scelta che Francesco associa da tempo a una moderna attenzione per la famiglia e all’antico concetto di misericordia, non per caso il fulcro del Giubileo straordinario del prossimo 8 dicembre. A San Pietro tutto o molto cambia, e non per lasciare le cose come stanno. I credenti vengono prima della stessa curia, trecento anni dopo.
Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi