La Liguria vota domani, l’Emilia-Romagna e l’Umbria a seguire il 17 novembre. Un mese, peraltro, che sarà cruciale già a partire da martedì 12, quando la Corte Costituzionale sarà chiamata a esaminare i ricorsi di quattro regioni guidate dal centrosinistra contro la legge-Calderoli, cioè l’autonomia differenziata voluta e portata a casa dal centrodestra. Ma non ancora entrata in funzione, perché si attende la molto complicata, in realtà, definizione dei Lep (sono i livelli essenziali di prestazione che dovranno essere gli stessi sull’intero territorio nazionale: altrimenti la riforma non vale), e aspettando il referendum, anch’esso previsto entro pochi mesi, cioè in primavera. Sempre se la Corte Costituzionale lo avrà giudicato ammissibile (e sempre se nel frattempo non avrà cancellato, limitato o stabilito secondo la giurisprudenza nazionale in che modo va interpretata l’applicazione delle 23 nuove materie stabilite nell’autonomia).
Arrivano, dunque, le prime e importanti sfide dopo i due anni di governo festeggiati lunedì scorso da Giorgia Meloni e dalla sua maggioranza. Una festa a cui le opposizioni hanno fatto la festa, attaccando il governo soprattutto sul terreno politico-economico, come testimonia il duro scontro in corso sulla legge di bilancio. Specialmente sulle risorse -ritenute del tutto insufficienti- per la sanità.
Meno aspre le polemiche che la presidente del Consiglio ha invece incassato sulla politica estera, dove il suo esecutivo ha riaffermato la tradizionale strategia euro-atlantica dell’Italia anche negli scenari più drammatici di guerra in Ucraina e in Medio Oriente. Semmai nella politica a metà tra l’estero e l’interno il centrosinistra ha contestato con forza il centro in Albania promosso dal governo per i migranti richiedenti asilo.
Alle grandi critiche la maggioranza ha contrapposto il primato degli occupati (oltre 24 milioni), il buon andamento dell’economia italiana -una ripresa comunque cominciata dal dopo-pandemia- fotografato pure dalle valutazioni delle agenzie internazionali preposte. Col differenziale tra Btp e Bund ai minimi storici da tre anni, parametro che rivela come gli investitori percepiscono la solidità e stabilità del Paese.
Ma il centrodestra sottolinea in particolare i sondaggi degli italiani ancora favorevoli alla coalizione di governo due anni dopo l’insediamento.
Ecco perché, tra le luci rivendicate dalla maggioranza e le ombre indicate dalle opposizioni acquistano rilievo i test in arrivo.
Se è vero che tre regioni -sulle venti esistenti- non fanno primavera, è altrettanto chiaro che dalla Liguria e poi dall’Emilia-Romagna e dall’Umbria scopriremo gli umori degli italiani al di là del verdetto amministrativo. Tutto fa politica, compresi gli effetti della Corte Costituzionale sull’autonomia differenziata, tema ben più insidioso per gli equilibri del governo e per le battaglie delle opposizioni delle stesse eppur significative tornate elettorali.
Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza, Bresciaoggi e Gazzetta di Mantova