I sondaggi non sono l’anticamera della verità: sono solo la fotografia di un attimo fuggente. Oggi la penso così e magari domani non più (o, al contrario, ancor di più). Ma il ritratto politico delineato dagli ultimi rilevamenti presenta almeno due caratteristiche concordanti: c’è stato un “effetto Europa” dopo i 209 miliardi di fondi per la ripresa che il governo ha portato a casa. E poi c’è voglia di responsabilità, richiesta che ben si spiega in tempo di Covid 19, il virus che non perdona.
Entrambe le questioni, cioè la soddisfazione per il risultato europeo e il desiderio di comportamenti maturi a fronte delle devastanti conseguenze economiche della pandemia starebbero premiando, secondo il giudizio espresso dagli italiani interpellati da Swg per il Tg La7, le forze di governo a scapito di quelle dell’opposizione.
Gli spostamenti sono piccoli -sempre nell’ordine dello zero virgola qualcosa-, e non cambiano l’ordine nella graduatoria dei partiti. La Lega, pur da tempo ridimensionata rispetto ai fasti di un anno fa, resterebbe comunque il primo partito dello scenario. Così come il Pd rimarrebbe la principale forza della maggioranza con un divario meno ampio, nel diretto inseguimento della Lega, in confronto al passato.
Ma la tendenza tra chi vince e chi no, è chiara e uniforme, considerando che il piccolo aumento o la conferma di stabilità riguardano indistintamente tutti i partiti al governo, mentre nell’opposizione la sola Forza Italia registra una lieve risalita. La spiegazione può essere questa: quello di Silvio Berlusconi è l’unico partito del centrodestra che s’è dichiarato pronto a sostenere alcune questioni di interesse nazionale con la maggioranza giallorossa.
Dunque, il tempo dell’emergenza economica non sembra quello delle barricate né delle contrapposizioni elettorali tipiche delle regionali in arrivo in diverse parti d’Italia. Oggi le priorità percepite dai cittadini sono il lavoro, la crescita, il rilancio dei settori colpiti del made in Italy. Un atteggiamento di attesa, che mette alla prova tutta la politica.
Al governo gli italiani chiedono di tradurre gli annunci (e i 209 miliardi finora solo promessi) in realtà. All’opposizione di non limitarsi a cavalcare il malcontento, ma di renderlo costruttivo nell’interesse della nazione. Palazzo o piazza poco importa: da tutti si esige, ciascuno nel suo ruolo, d’essere all’altezza della gravità della situazione. E soprattutto di contribuire a risolverla e risollevarla.
Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi