Da tempo neanche le caserme sono più caserme. Figurarsi se possano esserlo i partiti, dove ognuno tende a far valere la sua personalità rispetto agli ordini di scuderia. E’ quel che sta succedendo anche, ma non solo (si pensi alle liti in pieno corso in Forza Italia e nello stesso Pd) nella Lega, dove lo scontro fra il segretario, Matteo Salvini, e il sindaco di Verona, Flavio Tosi, è arrivato alla fine. Dopo alcuni segnali di guerra e pace, ecco che lo strappo è consumato: Tosi è fuori dalla Lega. “Prendo atto della sua decadenza”, è l’addio di Salvini. “E’ la peggior politica, lui è Caino, io sono pronto a ricandidarmi”, risponde Tosi. A meno di un difficile colpo di scena nelle prossime ore, per i due litiganti non è stato possibile “trovare la quadra”, come ama dire Bossi. Liste da presentare oppure no alle imminenti elezioni in Veneto. Fondazioni da chiudere o tenere in piedi. Commissariamenti annunciati o rifiutati. Questo e altro bolliva nella pentola del ring.
Ma quando si rompe un rapporto personale e politico, per chi osserva da fuori non ha troppo senso stabilire torti e ragioni. Per la grande maggioranza dei cittadini che non hanno il tempo né la voglia di seguire tutto il litigio minuto per minuto come un tempo si seguiva il calcio alla radio, ciò che resta è l’esito finale del “che fai, mi cacci?”, inaugurato da Fini all’epoca della burrascosa relazione con Berlusconi. Resta l’inevitabile divisione nella coalizione di centro-destra sul versante leghista, proprio quello che esprime il presidente della Regione, Luca Zaia. A livello nazionale il governo e il Parlamento sono a forte guida di centro-sinistra. Ma se il centro-destra intende risollevarsi e la Lega far sentire il vento in poppa che le segnalano i sondaggi, forse dovrebbe cercare di dividere gli avversari, più che dividersi fra dirigenti e persino potenziali alleati, con Forza Italia che spinge verso Salvini e Alfano (Ncd) che spinge contro Salvini. Se la gente non capisce, significa che a sbagliare sono i politici, e non viceversa.
Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi