Nella Repubblica più pazza del mondo, la nostra, può accadere d’avere in ballo tre governi, ma nessun governo: il dimesso esecutivo-Gentiloni, rimasto in piedi per l’ordinaria amministrazione. E poi l’ipotetico e tecnico governo-Cottarelli. E infine il potenziale e politico esecutivo-Conte. Può accadere d’avere un Parlamento appena eletto, che però non legifera. Sono tutti in onorevole attesa di sapere chi sarà il prossimo ospite di Palazzo Chigi. E può accadere che un leader, Di Maio, torni a collaborare col presidente Mattarella dopo aver minacciato la sua messa in stato d’accusa. Mentre un altro leader, Salvini, è pronto a un governo tale quale quello fermato al traguardo dal capo dello Stato, cioè con l’economista Savona ministro dell’Economia. Altrimenti -avverte- elezioni subito. Ma non subito subito per evitare di molestare gli italiani durante le meritate vacanze. Anche gli esclusi vantano una parte in commedia. Il Pd è disponibile ad astenersi a fronte di un esecutivo-Cottarelli. Però forse anche a concedergli la fiducia, che non è proprio la stessa cosa. Forza Italia invece incoraggia il governo politico. Ma non si fraintenda: mica il Cinque-Stelle/Lega di cui si parla, bensì un esecutivo di centro-destra. Altrimenti al voto. Ma da settembre in avanti. Pure Fratelli d’Italia fa l’avanti e indietro. Mai la fiducia a un esecutivo coi grillini, dicevano. Anzi, no: meglio appoggiare un governo politico, ossia coi grillini, che subire l’ennesimo affronto dei tecnocrati non eletti da nessuno.
Nel gran pasticcio nessuno si salva. Il Quirinale lancia in pista Cottarelli un minuto dopo la rinuncia di Conte. Ma poi lo invita, paradossalmente, a non accelerare sui tempi, sperando nel sorpasso del riesumato, nel frattempo, governo politico sul quale Mattarella aveva pur messo il veto per Savona. Ma, allora, se incredibilmente si torna da dove si era partiti, Savona ci sarà oppure no? E sarà lucente all’Economia, come lo desidera Salvini, oppure nascosto in un altro dicastero di tenebre, come media Di Maio? Ma a turno tutti giurano di essere pronti a soluzioni d’emergenza per il bene dell’Italia. Beati noi.
Intanto, dalla Germania ora dichiarano fiducia negli italiani. Che bello: ci avevano appena definiti “scrocconi e aggressivi”, esortandoci pure a badare a Mister Spread -il differenziale fra i titoli nostri e loro-, anziché al signor popolo sovrano. Come diceva Flaiano, la situazione politica è grave, ma non seria. O forse vale il suo contrario.
Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi