Comincia in salita la ricerca dell’esploratore. Roberto Fico, il presidente della Camera incaricato dal Quirinale di accertare se e a quali condizioni potrà essere ricostituita la maggioranza del governo uscente, trova subito il primo ostacolo delle sue consultazioni: chi dovrà guidare il potenziale bis dell’esecutivo giallorosso.
Cinquestelle e Pd concordano nel considerare “indiscutibile” il nome di Giuseppe Conte. Di più. Nell’incontro con Fico, Vito Crimi, capo dei pentastellati, ha chiesto di “accantonare definitivamente alcuni temi strumentali e divisivi, penso al Mes”.
Ma sono stati proprio i “temi divisivi” ad aver portato alla rottura con Matteo Renzi, che li sollevò, consapevole, per spiegare l’altrimenti incomprensibile addio alla maggioranza da parte di colui che ne era stato decisivo fondatore. E che decisivo nei numeri al Senato continua a esserlo: impossibile per la coalizione rinunciare ai renziani per dar vita a un governo che affronti le emergenze della pandemia e dell’economia con un’”adeguata maggioranza”, secondo i paletti del Quirinale. Ma una riedita maggioranza dovrebbe risolvere, anziché accantonare, le patate bollenti, e non solo impuntarsi sul nome di Conte. Prima il programma e poi i nomi, dice Renzi in dissonanza con Crimi. “Governo politico, ma non a tutti i costi”, precisa.
Siamo al gioco delle parti. Ma quale piano per la ripresa? Come vaccinare tutti quanto prima? E il disagio sociale? E’ l’ora delle scelte.
A fronte della pura e semplice riproposizione di un Conte-ter che dovesse sorvolare sui “temi divisivi” -ma importanti- per non litigare più, i cittadini si chiederebbero se c’era bisogno di una tanto lunga sceneggiata per lasciare le cose come già stavano. Ecco perché la trattativa è solo all’inizio e può aprire altre opzioni (governo politico senza Conte, governo-Draghi istituzionale) in caso di fallimento.
Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi