Della variante Omicron poco ancora si sa, ma molto già spaventa. Allarme rosso, ed è un bene che il mondo reagisca all’unisono, e subito, di fronte al virus-camaleonte. Purché, però, la difesa d’ufficio di un’umanità travolta e stravolta dopo due anni di pandemia, non degeneri in panico. Naturale era la paura quando eravamo chiusi in casa cantando dai balconi per allontanare, soprattutto da noi stessi, un nemico invisibile e sconosciuto. Ma la corazza del vaccino che si sono liberamente messi più di 8 italiani su 10 (e per la terza dose la gente è di nuovo in fila), oggi ci consente di attendere il verdetto della scienza su Omicron senza patemi d’animo.
Niente psicosi di massa, dunque, ma in compenso maggiore responsabilità da parte di tutti. Ora che contagi e ricoveri aumentano, e il colore giallo torna ad affacciarsi su parti del Paese, e nuove restrizioni sono in arrivo per un Natale il più sereno possibile, non si può pensare che anche i nuovi controlli pur previsti, saranno sufficienti per fermare l’epidemia. Le autorità politiche e sanitarie possono prevedere tutte le norme o i cartelli dell’universo per indicare ai cittadini l’obbligo delle mascherine. Ma se poi uno o tanti fanno finta di niente, non si può darne la colpa ai soli mancati controlli. Il rispetto per gli altri passa, prima di tutto, per una regola non scritta: che ciascuno faccia il proprio dovere. E tocca proprio ai “Sì Vax”, la stragrande e consapevole maggioranza degli italiani, contribuire al prudente rigore. Solo insieme usciremo dall’incubo.
Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi