Lo spettro del coronavirus s’aggira per il mondo e affonda Wall Street nella peggior seduta che si ricordi dal 1987. E’ un lunedì nero, nerissimo, per tutte le Borse: il panico del contagio non perdona, nonostante le mosse per contrastarne gli effetti sull’economia. Anche della Federal Reserve, che già domenica aveva azzerato i tassi e assicurato un notevole acquisto di titoli.
Borse a picco e noi chiusi in casa, mentre a Palazzo Chigi (e in video-conferenza) il governo prova a rimettere l’Italia in cammino. E l’epidemia registra una lieve eppur speranzosa controtendenza: i contagiati sono ancora tanti -quasi 28mila in tutto con 2.158 vittime e 2.749 guarigioni-, ma per la prima volta ieri in ribasso.
Dal governo, dunque, arriva il maxi decreto-legge “Cura Italia” per investire 25 miliardi a favore di medici e famiglie, imprese e lavoratori. Sanità e Protezione civile, cassa integrazione e ammortizzatori sociali estesi anche agli autonomi, slittamento delle scadenze fiscali. C’è di tutto in questa “manovra poderosa, consapevoli che non basterà”, come dice Giuseppe Conte nell’annuncio durato appena due minuti, perciò meritorio: l’emergenza non ha bisogno di chiacchiere, bensì di atti e fatti all’altezza dei valorosi protagonisti in camice bianco, che negli ospedali non arretrano davanti alle imboscate del nemico insidioso e invisibile.
Se l’intento della maggioranza è dare una forte scossa per proteggere e rilanciare l’economia, l’opposizione è chiamata a fare la sua parte con la stessa responsabilità che gli italiani dimostrano a fronte di misure drastiche. Dopo la tragedia senza fine, la rinascita è compito di tutti. Specie alla luce del rischio globale: mai così un crollo da 33 anni.
Dare una mano non significa, ovviamente, digerire scelte insufficienti, ma esigere di rafforzarle. Non vuol dire rinunciare allo spirito critico, ma renderlo costruttivo a Roma e a Bruxelles.
Da soli Conte e il governo non possono affrontare un’epidemia, anche economica -come si vede e si teme- che è universale. La vera sfida è indurre l’esecutivo a fare meglio e di più per i suoi malati e cittadini.
A tutta la politica oggi si richiede d’essere degna dei medici in trincea e degli italiani che riscoprono l’amor di patria anche dai balconi di casa. Poi arriverà il tempo della polemica. Ma adesso è l’ora dello “stringiamci a coorte” con i colori verde, bianco e rosso del nostro arcobaleno.
Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi