La notizia è arrivata dal Marocco: basta condanne a morte per chi abbandona l’Islam. L’apostasia, come si chiama il ripudio della propria fede per abbracciarne un’altra, non comporterà più il rischio della vita per i credenti. Niente di nuovo sul fronte non occidentale oppure un piccolo, grande segnale di svolta?
Le reazioni possono essere due di fronte a ogni scelta a sorpresa. E questa, appena decretata dal Consiglio superiore degli Ulema, massima autorità religiosa del Paese che ha addirittura ribaltato un precedente verdetto del 2012, lo è. Chi non confida sulla possibilità di cambiamenti nell’universo delle moschee e del Ramadan così distante e diverso dal nostro, dirà: uno Stato musulmano si adegua, con qualche secolo di ritardo, a principi di civiltà condivisi ed esercitati nel mondo libero dalla notte dei tempi. Qual è la novità?
Chi, invece, nutre maggior fiducia, potrà sostenere che la conversione finalmente ammessa in Marocco -un atto che fa eccezione rispetto alle regole in vigore in tutti gli Stati islamici e che è stato battezzato “La via degli Eruditi”-, non è la tardiva archiviazione di un passato che non passava mai. E’ una sfida sul futuro.
Intanto, perché il Marocco rispetta da sempre le diversità religiose e Mohammed VI, il suo sovrano, ha dichiarato guerra al terrorismo. L’addio alla pena di morte per l’apostata significa mettere una pietra tombale sulla psicosi antica, ma purtroppo attuale, delle guerre di religioni che imponevano anche punizioni esemplari contro i “traditori”. Quel mondo è finito per sempre, ecco il risvolto simbolico della decisione. Ma l’effetto pratico è ancor più importante, specie per l’Europa che subisce attentati di matrice islamica. E che non vede tuttora soccombere il pur ridimensionato Stato del terrorismo-Isis. Troppo sangue innocente, troppe minacce hanno portato al dubbio: riuscirà mai l’Islam a integrarsi coi nostri valori senza farsi intimorire dai pochi, ma irriducibili estremisti?
La scelta del Marocco di seppellire una tradizione inaccettabile che pareva eterna, ci dice che l’auspicata svolta è possibile. Di qua l’Islam europeo-italiano dei molti che credono e convivono; di là gli isolati fanatici di guerre sante contro infedeli. Come quando Armstrong camminò sulla luna, la “via degli Eruditi” è un piccolo passo per l’uomo credente. Ma potrà rivelarsi, chissà, un grande passo per l’umanità.
Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi