Governo e Regioni s’incontrano perché è finita la pazienza dei 9 italiani su 10 che si sono vaccinati, “un referendum a favore della scienza”, come ha sottolineato il presidente della Repubblica, Mattarella. Per proteggere al meglio la propria salute e l’altrui, hanno fatto il loro dovere civico, i cittadini in stragrande maggioranza. Eppure, rischiano di pagare le conseguenze sanitarie ed economiche a causa di 7 milioni di persone che, per paura, non conoscenza o ideologismo, non si vaccinano.
Dunque, il vertice convocato quasi d’urgenza vista la catastrofica situazione nel mondo tedesco alle nostre porte (e nel confinante Alto Adige siamo già alla riapertura di zone rosse nei 20 Comuni più colpiti), discute su come non vanificare la condizione dell’Italia. Che, grazie alla vaccinazione e agli obblighi nell’uso del certificato verde, risulta la migliore nell’Europa travolta dalla quarta ondata. Ma basta poco per rivivere l’incubo del confinamento e degli ospedali pieni di dolore: possibile non aver ancora imparato dalla tragica lezione?
Si va verso l’anticipo a 5 mesi della terza dose e la distinzione tra vaccinati e guariti da una parte e non vaccinati dall’altra. Con agevolazioni per i primi, che non possono subire l’introduzione di nuove limitazioni alla stregua di No Vax. Premiare chi fa la cosa giusta.
Ma la politica discute di tutto, dall’ipotesi del vaccino obbligatorio in Italia -come in Austria-, all’insufficiente affidabilità dei tamponi rapidi. Forse ora s’ascolta anche la voce non meno arrabbiata dei Sì Vax.
Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi