“Quando il Papa mi ha dato la berretta e l’anello cardinalizio, ha scherzato con me. Que no te pase como a Solís cuando llegues, mi ha detto, non ti succeda come a Solís quando torni a casa. L’esploratore e navigatore Solís gli indigeni se lo sono mangiato quando, cinquecento anni fa, fu il primo spagnolo a sbarcare dalle parti dell’Uruguay, scoprendo il fiume Río de la Plata…Ma quella battuta spiritosa può avere anche un senso profondo. Il colore rosso del cardinale è il colore del sangue. Significa che uno dev’essere disposto anche a dare la vita per il Signore e per la Chiesa”.
Daniel Sturla, il secondo più giovane dei venti cardinali nominati sabato scorso da papa Francesco, e il secondo nell’intera storia dell’Uruguay, racconta col sorriso la giornata più bella della vita. “Sì, è stato un giorno allegro ed emozionante”, dice l’arcivescovo di Montevideo, la capitale. E’ un salesiano e ha cinquantacinque anni, con una notevole somiglianza col presentatore televisivo Carlo Conti. E’ il terzo cardinale più giovane del mondo. “Arrivando in un luogo come San Pietro portavo molte cose nel cuore. La mia diocesi, i sacerdoti, tanta gente che mi chiedeva di pregare, la mia famiglia e soprattutto i miei genitori, che sono morti quand’io ero bambino e adolescente…L’impatto di San Pietro è fortissimo. Si sente l’universalità della Chiesa intorno a Pietro. Pietro nel suo sepolcro e Pietro vivo nel Papa. Così come al momento della consacrazione ho percepito Cristo presente nell’altare e Cristo nel suo Vicario”.
Ma il Papa non ha sorpreso il neo-cardinale Sturla soltanto con la straordinaria battuta su Solís, che testimonia anche quanto bene Francesco conosca la storia latino-americana. La prima sorpresa è stata proprio la nomina. “Io non conoscevo Francesco”, rivela Daniel Sturla. “Da vescovo ausiliario di Montevideo l’avevo solo e appena salutato durante il suo recente viaggio apostolico a Rio de Janeiro. Certo, avevo letto diverse sue cose e naturalmente lo conoscevo di nome. Ma non l’avevo mai incontrato”. A tal punto che non è stato il Papa ad annunciargli che sarebbe diventato cardinale. “L’ho appreso da un amico sacerdote che mi telefonò da piazza San Pietro”, racconta. “Guarda che diventerai cardinale, il Papa ha appena pronunciato il tuo nome!, mi disse. Gli risposi che era impossibile, perché nessuno mi aveva avvertito. Ma il mio amico ha insistito e poi ha messo giù il telefono. Da quel momento ho ricevuto una valanga di sms di congratulazioni”.
Il cardinale dell’Uruguay e l’Italia: “Dei miei otto bisnonni due erano italiani per parte di padre. Sono partiti da Genova, erano di Sestri Levante. Facevano di cognome Sturla e Adano. Io non ho studiato a Roma, anche se qui ho partecipato a diversi incontri, ma sempre per poco tempo. Per questo fatico a parlare italiano. Ora dovrò impararlo in fretta…”. Il nuovo cardinale e i viaggi di Francesco: “Il Papa mi ha assicurato che quando visiterà l’Argentina e il Cile, nel 2016, se Dio vuole verrà anche in Uruguay. Già lo stiamo aspettando”.
Pubblicato su Il Mio Papa