Com’era inevitabile, l’Italia si prepara a far parte della missione navale dell’Unione europea nel Mar Rosso in difesa della libertà di navigazione. Una libertà compromessa dagli attacchi degli Houthi, i miliziani dello Yemen che da settimane colpiscono i mercantili a cui si deve il trasporto del 15% del commercio mondiale. Con pesanti ricadute anche sull’economia nazionale, come certifica l’Ispi, l’Istituto per gli studi di politica internazionale: la necessità delle navi di cambiare rotta per non subire gli attacchi, allungando tempi e consegne con circumnavigazioni dell’Africa per evitare il canale di Suez, ha portato a un aumento dei costi di quasi quattro volte in appena un mese e mezzo.
Trasportare oggi un container da Shangai a Genova, significa pagarlo il 350% in più. E nei maggiori porti italiani quest’atto di guerra e terrorismo allo stesso tempo ha già prodotto una riduzione commerciale del 20%.
Si conferma, dunque, quel che con l’aggressione di Putin all’Ucraina avevamo imparato fin dal 24 febbraio 2022, il giorno dell’invasione: anche le guerre in apparenza lontane, in realtà ci toccano da vicino. Lo avevamo sperimentato non solo facendoci carico, da europei, dei rifugiati ucraini e del loro dolore, ma anche in campo energetico ed economico con un’inflazione “nemica” in perenne agguato. Pure stavolta il costo della crisi causata dagli Houthi potrebbe far aumentare i prezzi generali in Europa dell’1,8% entro un anno. Non esistono più le “guerre degli altri”: nel mondo globale l’impatto è sempre casalingo.
Dalla realtà dei fatti è nata l’esigenza della missione militare dell’Ue “Aspides”, che vede Italia, Francia e Germania in prima fila per garantire la sicurezza nel Mar Rosso. “Così si va verso la difesa comune europea”, dice il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, di questa missione, che è la terza concepita nell’Ue.
Sarà un’operazione che prevede, se necessario, l’uso della forza. Trattandosi, però, di un’iniziativa di difesa, a differenza di quella anglo-americana in atto, “Prosperity Guardian”, che è di reazione agli attacchi e alle minacce dei miliziani Houthi, non avrà bisogno di un’autorizzazione del Parlamento, spiega la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Parlamento che sarà naturalmente informato, avverte ancora Tajani. Che precisa: “Non facciamo la guerra a nessuno, ma difendere le nostre navi è un dovere della Repubblica e del governo”.
Si va, dunque, verso una “difesa rinforzata” dei mercantili, seguendo lo schema di una missione precedente originata da una proposta francese. Aspides potrebbe avere il suo quartier generale in Italia, a testimonianza di quanto sia per noi importante assicurare la libertà in un mare mai così in tempesta. A dimostrazione di quanto Roma, Parigi e Berlino siano intimamente legate per far valere i propri interessi nazionali. Che coincidono, ancora una volta, con l’interesse europeo.
Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza, Bresciaoggi e Gazzetta di Mantova