Ma che si può fare, quando il brutale omicidio di Giulia Cecchettin è solo l’ultimo, ennesimo atto della cronaca di un femminicidio annunciato?
E’ la stessa presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a ricordare i numeri della sconfitta per tutti: 102esima donna uccisa in Italia, quest’anno, e 53esima per mano del proprio partner o ex. Una vittima su due l’assassino l’aveva in casa.
Certo, al Parlamento non compete fare sociologia, bensì legiferare.
Ma non si può dire che negli ultimi tempi gli onorevoli siano rimasti insensibili di fronte al fenomeno criminale e inconcepibile al tempo stesso. Né che i provvedimenti approvati possano definirsi di maggioranza o di opposizione: quasi sempre sono passati all’unanimità e con una rapidità sconosciuta al lento andirivieni delle leggi fra Camera e Senato.
Adesso la politica ci riprova, e proprio mercoledì prossimo, quando nell’aula di Palazzo Madama approderà il testo del governo già votato da tutti a Montecitorio. Punta a prevenire il reato.
Si rafforzeranno, quindi, le misure di tutela quali l’ammonimento, la distanza di avvicinamento per l’uomo pericoloso, il braccialetto elettronico, la maggiore possibilità di arresto e il minor tempo entro cui la magistratura dovrà decidere le misure cautelari.
Ma l’obbligo del prevenire, significa che siamo già nella zona rossa di grave rischio per la donna. Invece la grande questione civica e politica è come intervenire per sradicare il femminicidio alla fonte dell’odio.
E’ dalla scuola, concordano i partiti, che la campagna del rispetto deve partire, e dove si farà un minuto di silenzio per onorare Giulia, a cui sarà pure conferita quella laurea in ingegneria che era al traguardo.
Elly Schlein, segretaria del Pd, propone una legge sul per insegnare il rispetto nelle scuole. Ma si spera che non occorra una legge, per poter apprendere nelle aule quel valore interdisciplinare. Così come nello sport, dove la mentalità paritaria dovrebbe germogliare con naturalezza.
Tuttavia, ogni sforzo scolastico, sportivo, istituzionale non può prescindere dall’insostituibile educazione dei figli in famiglia e fin da piccoli.
Politici e insegnanti possono e devono inventarsi tutto quello che vogliono per cancellare questo delitto contro l’umanità.
Ma c’è poco da fare: la prima e principale mossa spetta a mamma e papà.
Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza, Bresciaoggi e Gazzetta di Mantova