L’ultima parola spetterà al Parlamento, ma la prima è del governo, che annuncia tolleranza zero per chi guida ubriaco, usando il cellulare o sotto effetto di stupefacenti. La svolta da tempo reclamata da cittadini, polizia stradale e tanti genitori che hanno perso i loro figli in incidenti stradali che con regole più severe e maggiori controlli sarebbero stati evitati, arriva con un disegno di legge che il Consiglio dei ministri vuole approvare oggi.
Sono diciotto articoli che, dopo il drammatico schianto che il 14 giugno a Roma ha coinvolto giovani cosiddetti youtuber e costato la vita a un bambino di 5 anni, introducono dure sanzioni per chi non rispetta le norme sulle strade. Ogni giorno -dicono le amare statistiche- si registrano in media circa 450 incidenti, che provocano 8 morti e più di 600 feriti. Un’inaccettabile ecatombe, che s’aggrava di anno in anno.
Nella sola Verona già 28 incidenti stradali in più nel primo semestre rispetto al 2022. E la tutt’altro che innocua “distrazione da cellulare” -avvertono gli esperti- è ormai un “virus stradale” sempre più contagioso.
Secondo il testo del governo che si propone di correre ai ripari seguendo le indicazioni anche delle associazioni impegnate sul tema, i neopatentati non potranno mettersi al volante delle auto più potenti nei primi tre anni (attualmente è uno solo) dopo aver superato l’esame di guida. S’inaspriscono i criteri e le circostanze -dall’eccesso di velocità al divieto di sorpasso, alla circolazione contromano- per sospendere la patente, e per sospenderla più a lungo di oggi. Di più: per tutto il resto della vita, se si è colti recidivi per uso di alcol e droga al volante (con obbligo di etilometro per misurare il tasso di alcol e conseguente meccanismo di blocco dell’auto di un conducente già sorpreso per simili violazioni).
Cambiano le regole anche per chi usa i monopattini, a cominciare dall’uso obbligatorio del casco. E maggiori tutele si prevedono per i ciclisti.
“Educazione stradale al primo posto e sanzioni più pesanti per chi sbaglia, arrivando alla revoca della patente”, spiega il vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, che è pure ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Ma si spera che, almeno sulla sicurezza al volante, maggioranza e opposizioni non troveranno cattive ragioni per dividersi, visto che il nuovo Codice della strada deve andare incontro all’interesse generale di guidatori più consapevoli e cittadini più tutelati.
Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi