Il divorzio era nell’aria, perché da tempo Attilio Fontana e Letizia Moratti, il presidente e la vice della Regione Lombardia, vivevano da separati in casa al Pirellone. Ma ora che Letizia ha annunciato l’addio senza rimpianti, per il centrodestra s’apre la partita più complicata dopo la vittoria alle politiche: che fare per non perdere, all’appuntamento amministrativo nella primavera del 2023, la popolosa Regione d’Italia che traina l’economia nazionale. E che per la Lega rappresenta l’antica e sempre verde roccaforte. Dunque, espugnarla, significherebbe ridimensionare ancora Matteo Salvini, il leader già uscito indebolito dal voto del 25 settembre, che pure ha visto il successo del centrodestra.
Tuttavia, è proprio questo il nuovo rischio dopo la rumorosa rottura: che la Moratti, assessore al Welfare uscente, già sindaco di Milano ed ex ministro dell’Istruzione dopo essere stata presidente della Rai, ora si metta in proprio. Oppure si presenti col terzo polo di Carlo Calenda. O accetti di correre per il centrosinistra (ma il sindaco milanese, Beppe Sala, storce il naso, “oggettivamente difficile”).
Il punto, comunque, è che il bis di Fontana o di un altro candidato di centrodestra dopo 27 anni di incontrastato dominio non appare più così scontato. Anche se il governatore e i suoi alleati non sono del tutto estranei allo strappo, perché la Moratti, che era ed è in buoni rapporti con Giorgia Meloni (tanto che si vociferava di un ministero per lei o che la nominassero responsabile delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026), credeva o sperava di poter succedere a Fontana al vertice della Regione.
Invece, s’è dimessa “perché è venuto meno il rapporto di fiducia con lui”. Criticando, inoltre, la strategia del centrodestra sul Covid con il reintegro del personale sanitario non vaccinato. Replica Fontana: “I miei dubbi erano fondati, da tempo Letizia Moratti guardava verso sinistra”.
Se il contraccolpo immediato non c’è, perché Guido Bertolaso è già il neo-assessore lombardo, l’effetto politico si farà sentire a lungo. E cadrà soprattutto sulla Lega, perché il suo governatore s’è lasciato scappare la possibile candidata Moratti. Ora il partito va incontro alla doppia insidia: farsi di nuovo raddoppiare da Fratelli d’Italia per numero di consensi. E rischiare di non riuscire a confermare il suo presidente di Regione.
Per Salvini è un divorzio che fa male.
Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi