Ci aveva già pensato Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, a entrare con prepotenza nella campagna elettorale in Italia, attaccando il piano-Cingolani teso a ridurre la dipendenza dal gas di Putin. Adesso la storia si ripete, ma la fonte di provenienza è un’altra, addirittura statunitense, e l’effetto dirompente, a dieci giorni dal voto del 25 settembre. Secondo i servizi segreti degli Usa, negli ultimi otto anni un fiume di denaro, qualcosa come 300 milioni, sarebbe finito da Mosca a partiti stranieri di 24 Paesi europei. Coinvolti anche noi?
“Allo stato l’Italia non c’è, ma sono ancora informazioni parziali”, ha riferito Adolfo Urso, presidente del Copasir, il comitato convocato domani per approfondire la fondatezza delle accuse americane. A cui si aggiungono le dichiarazioni dell’ex ambasciatore Usa alla Nato, Kurt Volker, che in un’intervista, pur ammettendo di non avere prove dirette personali, ha tirato in ballo i tre principali partiti del centrodestra.
Giorgia Meloni ha reagito con querele (“sono certa del fatto che Fdi non prende soldi da stranieri”), così come farà Matteo Salvini nei confronti di chiunque insinuerà che la Lega possa aver preso denari da Mosca.
Ma le parole di Volker e il rapporto dell’intelligence scatenano la bufera.
“I dossier potrebbero essere più d’uno”, dice il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, mentre il leader del Pd, Enrico Letta, parla di “sconvolgente rivelazione” e chiede al governo di chiarire ogni cosa prima delle elezioni.
In realtà, accertare la veridicità delle accuse è un interesse nazionale, ben oltre il veleno che rischia di inquinare la campagna elettorale.
Che Putin abbia fatto, e farà, di tutto per indebolire la ferma posizione italiana di Mario Draghi contro l’aggressione della Russia e a sostegno dell’Ucraina -posizione che ha contribuito a plasmare la strategia dell’Ue contro la guerra-, è noto e dimostrato. Altro e molto più grave sarebbe l’eventuale tentativo di condizionare la politica italiana a suon di rubli.
Ma per diradare le ombre russe una via c’è: esigere dall’amministrazione Usa credibilità, trasparenza e rapidità nel dare al nostro governo ogni documentazione utile sul tema.
Notizie vere o polverone, Italia coinvolta oppure no? E chi sarebbero, se ci sono, i presunti destinatari degli “aiuti” di Mosca?
Il dovere della chiarezza è un diritto degli italiani che vanno alle urne.
Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi