Mai un’elezione amministrativa come quella che si svolge domani in circa mille Comuni, accompagnata da 5 quesiti referendari sulla giustizia, è stata tanto intrecciata da eventi internazionali e animata da questioni nazionali. Dal caro bollette e grave rincaro dell’energia alla doverosa accoglienza dei rifugiati ucraini, dall’inflazione e il differenziale che salgono alle borse che calano: la guerra di Putin il suo pesante effetto l’ha già prodotto fra i quasi 9 milioni di italiani chiamati alle urne.
Lo conferma non soltanto la grande “incertezza” (parola della Banca d’Italia) che regna fra la gente per una pace che non arriva, ma anche l’arrivo a turno di tutti i leader di partito a Verona nei giorni della campagna elettorale. Un atto politico di significativa attenzione per una città di richiamo universale e per il suo ruolo nel Veneto e in Italia. Ma pure la testimonianza di quanto le forze politiche considerino prioritarie le preoccupazioni dei cittadini già colpiti da una lunga e non ancora debellata pandemia.
Poi c’è la politica, certo. Chi vincerà, nel centrodestra, la gara fra Salvini e Meloni, gli alleati e antagonisti che si abbracciano e giurano che non faranno la fine di Romeo e Giulietta? Quale sarà il peso di Berlusconi, il fondatore di un Polo che in gran parte e nel frattempo gli è sfuggito di mano? Letta e Conte presto sposi o il giudizio degli elettori li convincerà che nel centrosinistra è meglio affidarsi alle convergenze parallele? E Renzi, Calenda e quanti sognano una terza via saranno incoraggiati o no dopo il verdetto del 12 giugno?
Se la sfida di Verona e ovunque si gioca al tempo della guerra “ripugnante”, come l’ha bollata Papa Francesco, la posta in ballo è il governo della Nazione sull’onda delle elezioni politiche fra meno di un anno. Nuovi equilibri crescono, e quali? E il governo di unità nazionale guidato da Mario Draghi ha i mesi contati o tornerà come pronto soccorso di tempi che s’annunciano duri? Anche questo il voto amministrativo e i referendum contribuiranno a far capire.
Si vota in quasi mille Comuni, ma si pensa anche a Roma, a Bruxelles, a Kiev: il primo voto amministrativo “senza frontiere”, l’ultimo test dei partiti e dei leader in forte competizione tra loro.
Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi