Corre il prodotto interno lordo e l’Italia diventa il treno che traina la ripresa in Europa. Alle già note previsioni della Commissione europea di un Pil italiano al 6,2% sopra la media Ue del 5, ora s’aggiunge il rapporto del Centro studi di Confindustria, che conferma una crescita superiore a Germania e Francia, “scalzando la locomotiva tedesca nel ruolo di motore dell’Eurozona”.
Il riferimento sullo scenario industriale è alla manifattura italiana, che è risalita dalla crisi causata dal Covid e ha sorpassato il recupero delle economie a noi paragonabili. Oggi la manifattura ha raggiunto con stabilità i livelli di fine 2019, cioè prima della pandemia, mentre gli altri sono ancora al di sotto delle loro potenzialità.
C’è un ulteriore riscontro al dato incoraggiante e dovuto, secondo il rapporto, soprattutto “alle misure governative di sostegno ai redditi di lavoro e di stimolo alla spesa”. E’ il riscontro della vaccinazione di massa, scelta politico-strategica che Draghi ha legato al rilancio economico e non solo alla protezione sanitaria. Tant’è che la Germania che arranca, è anche in pieno dramma da virus, non combattuto con lo stesso rigore italiano.
Era dagli anni del boom e dell’”oscar delle monete” assegnato alla lira nel 1959 e nel 1964 che l’Italia non aveva una simile opportunità.
Nazione locomotiva d’Europa e prossima fermata Quirinale. Per i partiti la scelta sul futuro presidente, chiunque sarà, dovrà tener conto anche di questo momento d’oro per la nostra economia. Guai a sprecarlo con divisioni e risse del passato.
Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi