Libero vaccino in libero mondo. Mario Draghi appoggia la svolta americana di Joe Biden, favorevole a una deroga alla protezione dei brevetti, “perché i vaccini sono un bene comune globale”, come sottolinea il presidente del Consiglio. Sarà tema nel prossimo vertice informale dei leader Ue a Oporto. E già arriva il “no” di Pfizer.
Ma adesso tocca alla politica -non più alla sola scienza o alle multinazionali- riprendere il cammino contro la pandemia all’insegna del “vaccinare, vaccinare, vaccinare!”, moderna trasposizione di vittoria di quel “resistere, resistere, resistere!” sul Piave, un secolo fa. E se le istituzioni sono chiamate ad aumentare le dosi a marce forzate per consentire a tutti di immunizzarsi il prima possibile, anche ai cittadini spetta un’alta responsabilità: mantenere quel comportamento prudente e ormai conosciuto a memoria che non vanifichi lo sforzo finale. Perché basta poco, basta uno zero virgola che sfugga ai parametri, per passare dal giallo all’arancione e oltre. Il rischio di una beffa insopportabile per chi, nella vita e nel lavoro, ha fatto enormi sacrifici, sottoponendosi a un continuo apri e chiudi che oggi sarebbe difficile perfino da far rispettare. Ma l’unico modo per non tornare indietro è che istituzioni e popolazione siano consapevoli della sfida. Senza indugi né alibi: c’è la prova concreta e testimoniata di quanto il combinato disposto tra vaccino di massa e comportamento dei singoli stia liberando il mondo dal Coronavirus. E’ questo il brevetto più forte.