“Sì, la vita è tutta un quiz”, cantava Renzo Arbore nell’Italia spensierata della fine anni Ottanta. Oggi che la pandemia ha sconvolto le nostre vite, generando angoscia e problemi economici, il rapporto con la speranza attraverso l’invisibile dea fortuna cambia spartito. Ed è subito “lotteria scontrini”, com’è già stata battezzata la novità governativa, da ieri in vigore, per consentire allo Stato di combattere l’evasione fiscale e agli italiani di scommettere su un destino meno amaro. Persino del prossimo Natale, la festa più bella e familiare dell’anno, ancora non si sa come potrà essere vissuto senza rischi.
Ma intanto ecco che possiamo sfidare almeno la buona sorte a colpi di scontrini. Sull’apposito sito è possibile registrarsi per ottenere un codice che, abbinato al codice fiscale, potrà essere presentato al momento di pagare alla cassa beni e servizi di importo di almeno 1 euro con carte di credito e bancomat. Così si potrà partecipare alle estrazioni mensili e annuali (anche settimanali, ma da determinare).
E’ un modo pratico per incoraggiare i cittadini all’uso degli strumenti elettronici nell’aspirazione d’essere beneficiati da premi in denaro fino a 5 milioni di euro esentasse. La buona sorte affidata al virtuale, posto che il sistema messo in atto (parte subito, ma si gioca da gennaio), avrà pure la cortesia di informarci se abbiamo vinto tramite sms o per mail. Anche se la vecchia raccomandata con ricevuta di ritorno resterà l’unica e ultima formalità dell’era cartacea.
Concorso gratuito e libero per chi vi parteciperà, sognando un sms della svolta. L’intento del governo è chiaro: accontentare chi spera nella fortuna, sentimento che pulsa nei cuori della gente dalla notte dei tempi. E tracciare gli acquisti, facendo emergere il nero, che è la zavorra, insieme col Covid, della nostra economia.
Ma anche per i migliori propositi non bastano gli annunci. Troppi bonus sono stati promessi e non arrivati a destinazione. Diffidare del caos quand’è in ballo la burocrazia, è quasi un riflesso obbligatorio.
Se anche la fede negli scontrini può renderci scontrosi, è perché siamo scottati da arretratezze e cavilli. Se da domani potrà bastare bere un buon caffè per renderci milionari, abbiamo il diritto di dubitare. Pronti, naturalmente, a elogiare il Fisco e tutti i bonus immaginati e immaginari in caso contrario. Ma è lo Stato che deve sfidare se stesso, prima ancora che noi la fortuna.
Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi