Ma che Natale sarà, il primo dell’era Coronavirus? A quali limitazioni dovremo sottostare nell’interesse nostro e altrui? E come potranno viverlo le famiglie, già sapendo che baci, abbracci e tavolate troppo affettuose, cioè affollate, non sarà proprio il caso di immaginarli per gli ultimi giorni del 2020, l’anno da archiviare il più in fretta possibile, ma che indimenticabile purtroppo resterà?
Stando alla fotografia della Penisola, che per l’occasione si presenta in rosso, giallo e arancione, colori sgargianti, sarà, al contrario, festa sobria e intima: un Natale essenziale nei valori e nei regali.
Se questa facile previsione non fosse il frutto di una scelta di necessità per fermare la drammatica diffusione del virus, in fondo non sarebbe male. Almeno una volta all’anno è bello riscoprire le cose che contano e condividere un po’ d’amore e di felicità sotto l’albero con le persone a noi più care e nel ricordo di chi non c’è più.
Ma quanto tali sentimenti potranno prevalere e quanti doni, spirituali e materiali, riusciremo a dare nella notte più importante dell’anno e della tradizione, non dipende dal Covid-19: dipende solo da noi. Soprattutto a Natale lo Stato saremo noi.
Lo testimonia l’inequivocabile monitoraggio sull’andamento dell’epidemia. Ancora tanti nuovi casi e troppi morti: la situazione resta grave e seria. Ma non mancano indicatori di miglioramento, come l’incoraggiante discesa del famoso Rt, l’indice di potenziale trasmissibilità della malattia. E’ la conferma che, a forza di mascherine, metro di distanza e mani lavate -la strategia civica delle tre emme-, i risultati arrivano. Lenti e faticosi, ma arrivano.
Adesso ministri e virologi studiano se sarà possibile in dicembre riaprire le attività chiuse o ridotte e per quanto tempo (una settimana, dieci giorni?) per consentire gli acquisti natalizi e ridare un po’ di ossigeno all’economia colpita con altrettanta durezza.
Ma anche questa scelta poco dipende dai Dpcm o dalle pur necessarie disposizioni nazionali o regionali. Dipende dal comportamento dei singoli e della collettività. Se si entrerà a turno nei negozi sanificati, se si eviteranno aperitivi di gruppo e balli fuori stagione, se tutti rispetteranno le misure di buonsenso, le riaperture regolate non saranno un’insidia, bensì un’opportunità.
Feste all’insegna della responsabilità: si può fare.
Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi