Di nuovo la realtà del terrorismo che colpisce, cancella l’illusione d’aver colpito a morte il terrorismo. Di nuovo basta un uomo, soltanto un uomo armato di semplice coltello, per seminare il panico a Londra e l’apprensione nel resto del mondo. E anche all’Aja, in Olanda, è allarme per un’analoga vicenda: diversi feriti accoltellati in una via centrale da un uomo poi fuggito e ricercato. Atto terroristico?
Ma com’è possibile che, nonostante la sconfitta militare dell’Isis e la cattura o l’uccisione dei suoi principali e criminali interpreti, nel cuore internazionale dell’Europa venga ancora versato sangue innocente?
Se lo chiedono Scotland Yard e le istituzioni inglesi, che trattano come terrorismo l’aggressione subìta da diverse persone -due morti e una decina di feriti- sul London Bridge in piena pausa pranzo, cioè alle due del pomeriggio (le tre in Italia) ad opera di un uomo che indossava un giubbotto esplosivo finto, come s’è poi scoperto. E che è stato bloccato con civico coraggio dai passanti, prima d’essere disarmato del lungo coltello e ucciso dagli spari della polizia accorsa in pochi minuti.
Un “incidente rilevante”, come viene catalogato il drammatico e inatteso episodio, che pure s’è svolto, due anni dopo, nello stesso luogo già teatro di un altro attentato, l’ultimo nel Regno Unito. Quando, nella notte del primo sabato di giugno, un commando di tre uomini si lanciò con un furgone sulla folla, e poi con coltelli assalì la gente ignara e incredula, ammazzando otto persone e ferendone quarantotto. Fu il terzo attacco in Gran Bretagna nel 2017.
Torna, dunque, la paura, e tornano a interrogarsi gli esperti e la politica: quando finirà l’incubo, come appare in barba alle reazioni dei governi e delle nazioni contro il terrorismo?
Ma torna anche la polemica: il livello della sorveglianza s’era abbassato, proprio perché il tragico ricordo del 2017 e delle stragi fra Londra e Manchester sembrava lontano e irripetibile. Invece no, la violenza dimenticata chiama violenza. Invece è quando l’attenzione diminuisce e la politica si distrae che il terrorismo rialza la testa, in versione commando o nella veste lupo solitario.
Ma se l’attacco di Londra suscita allarme in tutte le capitali d’Europa è perché già si sa che solo una strategia unitaria fra Stati e governi, una strategia di lunga durata, può sradicare il terrorismo che cova sotto l’odio. E che riemerge quando meno te l’aspetti.
Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi