Ancora Giuseppe Conte, già convocato stamane dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Ma per formare un governo diverso a quello presieduto per quattordici mesi.
Dopo l’ultimo giro di consultazioni al Quirinale, è arrivato il via libera al Conte bis dai Cinquestelle e dal Pd. Cambierà, però, il precedente e defilato approccio che aveva caratterizzato il premier con la coalizione gialloverde: stavolta niente “contratto” già sottoscritto dalle parti e semplicemente chiamato, da Palazzo Chigi, a eseguire. Dovrà, invece, essere Conte stesso -come gli ha richiesto Luigi Di Maio, quasi incoronandolo leader politico-, il motore e promotore del programma da costruire alla fonte del nuovo patto giallorosso. Ma quale programma, vista la nota e vigorosa conflittualità tra le due forze?
Anche i nomi dei ministri da sottoporre al Colle, e come incasellarli, dovrà essere prerogativa di Conte, ha detto Di Maio. In ballo c’è pure rimanere vicepresidente del Consiglio (cosa che il Pd contesta). Poi rivendica al suo movimento, che passa dall’alleato Lega all’alleato Pd, la volontà di andare oltre la destra e la sinistra, “schemi ormai superati”. L’accordo sarà sottoposto alla piattaforma “Rousseau”.
Intanto, con un post a sorpresa Beppe Grillo rilancia: i ministri siano personalità competenti “fuori dalla politica”. Il ruolo politico lo svolgano i sottosegretari, propone il fondatore dei Cinquestelle. Che sia un modo per frenare le ambizioni del Pd ai posti-chiave? I tecnici per i dicasteri più tecnici, ha poi precisato Grillo.
Un ruolo più forte per Conte, dunque, sia per contrastare la fragilità politica del momento, sia per provare a dar vita a un esecutivo fra ex nemici che dovranno invece condividere, secondo la richiesta del Quirinale, un’intesa politica ed economica di lunga durata. Era e resta la condizione per evitare le elezioni anticipate, che con toni differenti, tutto il centrodestra ora invoca con crescente insistenza.
“Non c’è alcuna staffetta, è una nuova sfida”, distingue Nicola Zingaretti per ribadire la “discontinuità” rispetto al governo entrato in crisi per scelta di Matteo Salvini. Che adesso si dice sconcertato (“sta arrivando un Monti-bis”) e accusa: quest’esecutivo “nasce tra Parigi, Berlino e Bruxelles”. “Si delinea uno scenario pericoloso”, attacca Silvio Berlusconi, mentre Giorgia Meloni annuncia proteste in piazza.
Ma, uscito dall’angolo, ora l’attenzione va a Conte e alle sue mosse.
Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi