Basta separare i fatti dalle opinioni per scoprire il nuovo spettro che s’aggira per l’Europa: il rifiuto dei governi di affrontare il dramma dell’immigrazione con equità e compassione.
A Bruxelles avevano già preparato la solita minestra riscaldata che amano riservare all’Italia per darle ragione a parole, ma torto su tutte le richieste. La più ragionevole delle quali è riformare l’anacronismo di Dublino, quell’accordo che impone al primo Stato di accoglienza di sbrigarsela da sé e da solo col tragico esodo dall’Africa. Come se il nostro Paese non fosse la prima e più esposta frontiera a nome dell’Europa intera sul Mediterraneo. Solo l’impuntatura del presidente del Consiglio, Conte, che ha minacciato di non partecipare al pre-vertice di domenica prossima, ha indotto Angela Merkel alla marcia indietro: la bozza dello scandalo sarà accantonata, ha rassicurato.
Anche il francese Macron non ha perso occasione per scodellare un po’ del suo sciovinismo sulla pelle della povera gente, accusando i populisti -e ogni riferimento al governo di Roma è puramente casuale-, di essere una lebbra. E guadagnandosi, così, il pan per focaccia dal ministro Di Maio: “Parole offensive, la vera lebbra è l’ipocrisia di chi respinge gli immigrati a Ventimiglia e vuole farci la morale”.
Meno ipocrita, ma altrettanto insensibile è il “Gruppo di Visegrad” -Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria-, che rivendica apertamente il no alle quote pur obbligatorie per redistribuire i migranti fra tutti. E che si prepara a un’iniziativa senza precedenti nell’Unione: boicottare in blocco il mini-vertice europeo.
Come se non bastasse l’indifferenza dichiarata, velata o mascherata che va per la maggiore, ecco la sconcertante sorpresa comunicata dall’Olanda: la nave tedesca Lifeline con 224 persone soccorse da una Ong, batterebbe illegittimamente bandiera olandese. Per cui il ministro Toninelli ha già annunciato che l’Italia si farà carico degli innocenti e stremati passeggeri, ma sequestrerà l’imbarcazione.
C’è solo da domandarsi dove crede di poter approdare quest’Europa vile e prepotente, che sperava, con pacche sulla schiena e magari un bel po’ di soldini, di continuare a lasciare all’Italia l’esclusiva di un dramma europeo. Ed è assordante il silenzio degli intellettuali, economisti e presunti europeisti di tutte queste nazioni che hanno perso la bussola dell’umanità e del loro stesso destino.
Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi