Il presidente più potente del mondo ha incontrato il presidente più popolare del mondo. Casa Bianca, mattino di lunedì 12 maggio. Da una parte Barack Obama, l’alto e prestante nordamericano del “yes we can”, premio Nobel per la Pace nel 2009. Dall’altra José Mujica Cordano detto Pepe, il sudamericano basso e tarchiato che propugna la sobrietà al potere, già guerrigliero tupamaro incarcerato e torturato negli anni della dittatura militare in Uruguay. L’uno, 52 anni, rappresenta l’America del grande sogno, il comunicatore che “sa parlare” in patria e fuori.
L’altro, politico di 79 anni (li compirà martedì 20 maggio), è il simbolo dell’America che non ha trovato l’America, il comunicatore che dice pane al pane per farsi capire dalla sua gente. “La prima cosa che mi ha detto? Che i miei capelli si sono ingrigiti”, racconta il divertito Obama del suo implacabile interlocutore, che si è presentato, come al solito, senza cravatta. Entrambi molto amati e molto criticati. Barack per la sua incerta politica economica ed estera. Pepe per le sue controverse bizzarrie, come il sì alla legalizzazione della marijuana in Uruguay. Presidenti che piacciono, presidenti che dividono.
I giornali e siti d’ogni lingua hanno ribattezzato Mujica “il presidente più onesto del mondo”. Perché l’uomo ha rinunciato al novanta per cento dello stipendio di circa novemila euro al mese, devolvendone la notevole differenza ai bisognosi. E ha scelto di non abitare nel Palazzo, bensì nella modesta fattoria dove vive da anni coltivando agrumi e fiori con la moglie e senatrice Lucía Topolansky.
Due mondi così distanti e così vicini, due Americhe con tanta ricchezza e tanta povertà. Se Obama ha dimostrato che negli Stati Uniti nulla è precluso a chi ha il coraggio di osare, Mujica testimonia con l’esempio di saper “fare la cosa giusta”, interpretando una politica parca e parsimoniosa, com’è la vita delle persone comuni. Un messaggio semplice, ma destabilizzante nell’epoca dell’anti-politica, dei privilegi nelle istituzioni, degli scandali nei partiti e nei governi d’ogni continente. Da qui l’universale popolarità di cui gode Mujica per la sua condotta, che ha fatto incoronare l’Uruguay “il Paese dell’anno” dall’Economist nel 2013. Da qui la curiosità di Obama per questo Pepe pieno di pepe, che non le manda a dire ai potenti della Terra, e che li mette in imbarazzo vivendo con mille euro al mese. Più “rivoluzionario” oggi di ieri.
Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi